| | Brani: |
| 1-Solar Musick Suite (incl. Sun Song - Canterbury Sunrise - Hiram Afterglid Meets The Dervish - Sunsong); 2-Fish; 3-Meditation Of The Snake; 4-The Salmon Song (incl. Salmon Pool - Solomon's Atlantis Salmon - Swimming With The Salmon - King Of The Fishes); 5-Aftaglid (incl. Sun Moon Surfing - The Great Wave And The Boat Of Hermes - The Silver Ladder - Astral Meadows - The Lafta Yoga Song - Glidding - The Golden Vibe/Outglid) | |
| Formazione: | |
Steve Hillfish (Steve Hillage): vocals, guitar; Bamboloni Yoni (Miquette Giraudy): bells, vocals; Bloomdido Glid de Breeze (Didier Malherbe): sax, flute; Lindsay Cooper: bassoon; Moonweed (Tim Blake): synthesizers, moog, percussion; Dave Stewart: organ, piano; Mike Howlett: bass; Pierre Moerlen: drums, marimba | |
| Prodotto da: Steve Hillage & Simon Heyworth Anno: 1975, Virgin - Durata: 44:47 |
Reduce dalle sue esperienze con i Gong, il chitarrista Steve Hillage debutta con un album solista nel 1975, che vede comunque presenti diversi membri del gruppo di David Aellen. Fish rising è l’ennesima dimostrazione di un periodo d’oro in cui l’unione di vari musicisti dell’area canterburiana scatenava al meglio la loro fervida fantasia, permettendo la realizzazione di dischi di spessore incredibile.
Basterebbe l’iniziale Solar Musick Suite, con i suoi quasi 17 minuti, a testimoniare quanto forte fosse la scintilla creativa che animava i personaggi che partecipano a Fish Rising: echi spaziali gonghiani preludono una cavalcata strumentale finale in cui Hillage fa sognare con la sua chitarra graffiante, tra ritocchi tastieristichi dalla venatura cosmica e mostrando la sintonia eccezionale della coppia Mike Howlett-Pierre Moerlen che vanno a formare un’affiatata ed agilissima sezione ritmica. La breve e bizzarra Fish è l’episodio ironico dell’album, mentre Meditation of the snake è atmosferica e spacey e sembra quasi anticipare certa musica ambient moderna. The salmon song è un episodio di musica totale: fiati e strumenti elettrici si combinano a meraviglia in una commistione di jazz, space-rock, invenzioni zappiane e tanto altro in quasi nove minuti di fuoco decisamente suggestivi. Conclusione in grande stile con Aftaglid, aperta da curiosi intrecci tra chitarra elettrica e percussioni e sviluppata poi attorno agli umori variabili della sei corde, che crea oniriche atmosferiche, sussurra, si fonde con gli altri strumenti e si lancia in improvvisi impulsi solistici tra virtuosismo, pathos e grande intensità. In questa, come nelle altre composizioni, i tastieristi Tim Blake e Dave Stewart riescono a fornire un encomiabile lavoro non solo di elegante rifinitura, ritagliandosi anche spazi adeguati al loro straordinario talento. Da non dimenticare, poi, l’apporto vocale di Miquette Giraudy (compagna francese del chitarrista), che a volte dialoga con Hillage ed altre tende ad imitare i celebri space whispers di Gilli Smyth. Poco altro da aggiungere, se non confermare l’elevatissima qualità di questo album, lavoro splendido da inserire tra i grandi canterburiani ed ennesima prova dell’esuberanza di una scena vivace, stravagante e geniale.Peppe
Febbraio 2004
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