| Track List: | ||
| 1. Vision That You Give 2. Night Dance 3. When That I Was A Little Tiny Boy 4. Indian Rain 5. Housewarming In Alaska 6. Mother Goose 7. Short Summer In Valhalla 8. Lost On The Way Home 9. Kasa Kasa | ||
| line-up: | ||
| voice, guitar and mandolin: Source K. Adachi recorder, shinobue and dengakubue: Yukihiro Isso violin: Akihisa Tsuboy | ||
| Prodotto da: Poseidon Anno: 2003 - Durata: 55:00 |
Non si può dire che questo progetto difetti di originalità. Un disco unplugged basato esclusivamente su
chitarra acustica, violino e flauto è un esperimento coraggioso da pubblicare. E per quanto i
componenti della band Ausia siano conosciuti al pubblico del prog giapponese, non credo
che godano di grossa fortuna nel vecchio continente. Il disco, Kasa Kasa è un mix di
sonorità che spaziano dalla tradizione giapponese alla musica folk passando attraverso componimenti
medievali e parti acustiche. Ti trasmette da subito una sensazione positiva di musica emozionante
e fuori dagli schemi. Le interazioni tra flauto e chitarra acustica sono uno schema noto agli
appassionati del prog che ha funzionato bene nei Jethro Tull (qui omaggiati con la cover di
Mother Goose) e in alcuni dischi di Steve Hackett grazie all'accompagnamento del fratello
John. Qui la ricerca è forse un tantino esasperata e rende pesante l'ascolto di alcune tracce
dell'album; paradossalmente, alla lunga l'album risulta monotono pur nella sua originalità,
con il suo tema di fondo ripetuto per quasi tutti i nove brani che lo compongono. Ci sono
comunque momenti di grande interesse come ad esempio la melodia portante di Housewarning In
Alaska e il flauto sostenuto da un esile arpeggio di chitarra acustica che immalinconisce,
coerentemente con il suo titolo, Lost On The Way Home.
Delle nove tracce, le uniche due non strumentali coincidono con i pezzi non originali presenti
sul disco: Whem That I Was A Little Tiny Boy,
tratta dalla Dodicesima Notte di Shakespeare e la già citata Mother Goose. La
title track è il brano più lungo e chiude l'album. Si ha la sensazione che il trio abbia voluto
stupire l'ascoltatore sul finale, proponendogli un ultimo lungo viaggio nel virtuosismo.
Pur non mettendo in discussione l'assoluto valore artistico del lavoro, ritengo che Kasa
Kasa sia un disco destinato ad accontentare gli ascoltatori più esigenti dai gusti
classicheggianti e amanti del virtuosismo. Poco adatto, invece, ai rockettari.
Giovanni
febbraio 2004
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