Qohelet - Cantico dei Cantici

Dopo avervi parlato del progetto Officine Seravalle, vi proponiamo ora un'altra esperienza sonora di Alessandro Seravalle, personaggio molto importante della scena italiana degli ultimi trenti anni. Con il nome Qohelet continua con le sue sperimentazioni, di nuovo affiancato da un altro "esploratore" quale Gianni Venturi. Per la loro seconda opera con questo nome prendono spunto dal biblico Cantico dei Cantici e ne vien fuori un altro disco stravagante, coraggioso, fuori dagli schemi. 
 
Seravalle crea tappeti sonori particolarissimi, muovendosi tra ambient, elettronica e corrieri cosmici più d'avanguardia, mentre Venturi punta su una prova vocale recitata molto intensa, che dona un tocco di teatralità molto forte. Immaginate i Pholas Dactylus in un contesto più moderno, pieno di suoni campionati, di sintetizzatori algidi, di distorsioni e dissonanze, di variazioni di tempo che portano da atmosfere eteree a sobbalzi improvvisi, di puntuali interventi di sax che fa vedere un po' di jazz in lontananza. 

Avrete già capito che no, non è affatto un disco di facile ascolto e di sicuro se siete degli inguaribili romantici che non riescono ad andare oltre certe suggestioni soavi del prog sinfonico questo non è proprio il disco che fa per voi. Ma questa è un'occasione per ricordare che il progressive rock ha molteplici forme e certi artisti amano provare strade impervie, alla ricerca di nuovi territori che possono apparire ostili. E i Qohelet non vogliono affatto dare sicurezze. I loro obiettivi sono altri e per questo per tutta la durata del cd (poco più di un'ora) si respira un'aria greve, opprimente. Sembra di ascoltare una colonna sonora audace e visionaria, al punto che potrebbe essere un buon commento musicale per le scene più surreali ideate da David Lynch

Ancora nessun compromesso, quindi, per la coppia Seravalle/Venturi e dalla nostra disamina dovrebbe essere facile capire se questo è un disco che fa per voi o no.

2025, Zeit Interference

1) Prologo; 2) Primo poema; 3) Secondo poema; 4) Terzo poema; 5) Quarto poema; 6) Quinto poema; 7) Epilogo; 8) Appendice finale.

Alessandro Seravalle: elettronica, campionamenti, sintetizzatore, chitarra elettrica baritona, pianoforte, pianoforte elettrico, celesta, vibrafono, percussioni.
Gianni Venturi: testi, voce, autotune creativo, beat box.
Emiliano Vernizzi: sassofono, pedali.
Gian Pietro Seravalle: interventi ritmici.

Peppe
settembre 2025

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