Fabio Zuffanti - Hjarta

L'ultima prova solista di Fabio Zuffanti, intitolata "Hjarta" ("Cuore" in islandese), è stata resa disponibile nel giorno del solstizio d'inverno del 2024. Scelta non casuale, perchè si tratta di un lavoro contenente sei brani che presentano prettamente atmosfere e tematiche invernali. Coadiuvato soltanto da Matteo Ricci e da Agostino Macor, Fabio offre una quarantina di minuti di musica splendidamente suggestiva. La forte malinconia di fondo che pervade le composizioni si avverte di continuo e musicalmente ci si muove abilmente tra rock sinfonico, post-rock, psichedelia e quel giusto pizzico di elettronica.

"A different house" apre l'album con una breve introduzione ambient che lascia poi spazio ad un muro di suono che fa capire subito molte cose. Le dilatazioni sonore, i riverberi, gli effetti elettronici, una certa aura floydiana e l'influenza dei Sigur Ros sono elementi che non solo caratterizzano questa composizione, ma che emergeranno di continuo durante l'ascolto. I primi cinque brani sono cantati, con un mood un po' stralunato che contribuisce a far aumentare la vena elegiaca. Anche in questi pezzi, comunque, emergono passaggi strumentali di grande impatto che abbelliscono un cantautorato quasi wyattiano e, così facendo, riportano Fabio a certe soluzioni già adottate in "Ghiaccio", suo secondo (e sottovalutato) full length datato 2010. La forma è variabile, la sostanza è sempre di alta qualità; così si passa dai respiri ariosi di "Neve all'alba" alla ballad cupa "Pozzo della notte", dalle stravaganze dream-dark-pop-prog di "Morire di pioggia" alle oscillazioni floydiane di "Nuova terra". Con i ritmi molto spesso compassati, inoltre, diventa inevitabile qualche richiamo al progetto degli Hostsonaten dedicato alle stagioni e, in particolare, al capitolo "Winterthrough".

Discorso a parte per la conclusiva e strumentale title-track che in oltre dieci minuti eleva ancora di più la qualità del disco. L'apertura affidata al mellotron è da brividi, gli arpeggi di chitarra innalzano il pathos, il flauto e gli archi campionati danno un tocco cameristico, l'entrata del piano elettrico, della sezione ritmica e delle chitarre elettriche porta ad un crescendo lento, impetuoso e inesorabile (con dei leggeri rallentamenti tra il settimo e l'ottavo minuto), che colpisce e trascina con il suo andamento solenne e cinematico. Una meraviglia da ascoltare ad alto volume!

Ricapitolando, Fabio affianca a melodie convincenti un sound di base avvolgente, che colpisce favorevolmente nell'immediato, ma che con i riascolti fa venire a galla tantissime finezze. A parer di chi scrive, "Hjarta" rappresenta il suo album solista migliore dopo "La quarta vittima". E anche per questo motivo, l'auspicio è che ci sia la possibilità in futuro di una pubblicazione su supporto fisico.

2024, autoproduzione

1) A different house; 2) Neve all'alba; 3) Pozzo della notte; 4) Morire di pioggia; 5) Nuova terra; 6) Hjarta

All instruments and vocals by Fabio Zuffanti, Matteo Ricci and Agostino Macor.

durata totale: 41:04

Peppe
settembre 2025

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