Brani:

1-Il camaleonte; 2-King of fools; 3-Illusione prospettica; 4-Castelli di rabbia; 5-Delusione ottica; 6-Audiopoker; 7-Re nudo; 8-Elusione ottica; 9-Mare nostrum

Formazione:

Fabio Itri: chitarre; Saverio Autellitano: tastiere; Luca Salice: flauto e voce; Bruno Crucitti: batteria; Marco Meduri: basso

2001, Pick-up Records

Dopo diversi anni di gavetta, i calabresi Jet Lag riescono a raggiungere il tanto desiderato debutto discografico con cui possono mettere in mostra le loro qualità. Qualità che si estrinsecano in una padronanza degli strumenti davvero notevole in brani costruiti in maniera complessa e nei quali i musicisti possono mettere in mostra una tecnica invidiabile.

Ma non lasciatevi ingannare dallo strumentale d'apertura, "Il camaleonte", robusta introduzione alla musica del gruppo, nella quale si mostra più cervello che cuore. Il resto dell'album viaggia infatti su binari più fantasiosi, che evidenziano come siano stati ben recepiti i modelli di riferimento che rispondono ai nomi di Area, PFM e Gentle Giant. Eppure, il mix che viene creato partendo dalle fonti di ispirazione risulta così ben fatto che è difficile ricondurre la musica dei Jet Lag ad uno stile preciso e la proposta finale sembra molto personale. Ecco così che vengono a galla intriganti fusioni tra jazz-rock e prog sinfonico in articolate combinazioni di tastiere, chitarra e flauto, favorite da una sezione ritmica potente e dinamica, ma anche molto agile e fantasiosa. L'unica piccola pecca sono le parti vocali e non è un caso che i momenti migliori siano proprio quelli strumentali; probabilmente con un cantante di ruolo questo disco avrebbe tutte le potenzialità per essere considerato uno dei migliori lavori di rock progressivo italiano degli ultimi anni, ma anche così com'è il giudizio non può che essere estremamente positivo.

Peppe
Aprile 2003