Brani:

1-Signo de los tiempos; 2-La gesta del poder; 3-Epico; 4-El canto del noctambulo; 5-Dieciséis lirios de eternidad; 6-Jean Jaures; 7-Su mision; 8-La bestia; 9-El hombre del bosque; 10-Un sabor amargo; 11-Pagaras por mi. Bonus track: 12-Against the world again

Formazione:

Octavio Stampalia: teclados, coros, prouccion artistica, orquestracion y arreglos corale; Marcelo Ezecurra: voz, guitarras, coros y arreglos corale; Marcelo Vaccaro: bajo; Christian Colaizzo: bateria; Pablo Robotti: guitarra; Eduardo Penney: guitarra; Gerardo Ackerman: saxo y flauta traversa; Carlos Flores: quena, siku y charango; Oscar Llobenes: gaita; Daiela Quintero: coros

Anno: 2007, Mellow Records - Durata: 64:00

Tra le più belle uscite del 2007 ci preme segnalare questo album degli argentini Jinetes Negros, capaci di affascinare con un rock sinfonico e barocco, sempre pronto a sferzare verso un hard-prog avvincente. Le cronache nostrane non hanno mai messo in risalto, prima d'ora, questa bella realtà proveniente dal Sudamerica che aveva già all'attivo due interessanti lavori.

E mi chiedo se non ci fosse stata una casa discografica italiana pronta a mettere sotto contratto la band in quanti dalla nostra penisola si sarebbero accorti della loro esistenza… Probabilmente in pochissimi e sarebbe stato un peccato, perché Omniem è un signor disco! L'inizio è subito straordinario, con Signo de los tiempos, maestoso, altisonante, con una vena sinfonica evidente che farà impazzire chi ama gli episodi più magniloquenti di ELP e Rick Wakeman, ma anche con un calore latino derivante dal cantato in madrelingua. Si cominciano subito a intravedere quelle che diverranno nel corso dell'ascolto le caratteristiche fondamentali del cd; quindi arrangiamenti raffinati, refrain accattivanti, ma mai banali, forti rimandi alla musica classica e all'hard-rock, melodie sublimi ed un cantante di razza. Il tutto in atmosfere sonore che ci riportano nel pieno degli anni '70. Tra ritornelli efficaci (La gesta del poder), i temi classicheggianti di Epico (d'altronde il titolo dice già tutto!) con tastiere, piano e fiati in grande evidenza, situazioni vibranti in cui la temperatura cresce parecchio (Dieciesis lirios de eternidad) o nelle quali il progressive ed il folk latino si avvicinano molto (Jean Jaures), richiami allo yessound (Su mision), scorrono continuamente delizie musicali di prim'ordine. La qualità media è sempre molto elevata in ogni composizione; mi fa comunque piacere segnalare in particolare El hombre del bosque, classicheggiante, con un flauto che incanta, con orchestrazioni scintillanti e con richiami ai New Trolls del Concerto Grosso. Quelle appena descritte sono solo piccole indicazioni relative ad un cd che contiene una serie di brani di straordinaria qualità, che non ha cedimenti, che trasmette grande calore e che pertanto vi invito caldamente a comprare.

Peppe
Marzo 2008