| Brani: | |
1-Inner flames; 2-Weigh anchor!; 3-Stratosphere; 4-Intermezzo; 5-Rice planting song; 6-Lagoon nebula; 7-40 degrees; 8-Order from chaos | |
| Formazione: | |
Akihisa Tsuboy: violin; Toshimitsu Takahashhi: keyboards; Dani: bass; Shirou Sugano: drums | |
| Prodotto da: Akihisa Tsuboy Anno: 2007, Musea - Durata: 55:43 |
Dopo un live giunge il terzo disco in studio dei KBB, formazione nipponica che ha incantato negli ultimi anni con un progressive che fa sposare magicamente rock sinfonico e jazz-rock. Proof of concept non è altro che la conferma di una band in pienissima salute, carica di idee e che non sbaglia un colpo.
Anche in questo lavoro veniamo letteralmente fulminati dalle cavalcate strumentali in cui si lanciano il violino di Akihisa Tsuboy e le tastiere di Toshimitsu Takashi. Emblematici i dieci minuti e mezzo di Inner flames che aprono l'album e che ci catapultano in virtuosismi e in un sound che possono ricordare sia gli Yes che la Mahavishnu Orchestra.Decisamente più romantico Weigh anchor!, episodio che precede un altro pezzo da novanta del lavoro: Stratosphere, nove minuti intensissimi che iniziano molto delicatamente, tra temi classicheggianti e un po' folkloristici, contraddistinti da tanta malinconia e da una tensione crescente e che si infiammano nella seconda metà del brano con accelerazioni affascinanti, guidate dal violino, che mi riportano alla testa la Premiata Forneria Marconi. Paragone che mi sento di fare anche per Intermezzo, brano dal sapore mediterraneo che rievoca qualche episodio di Stati di immaginazione. Anche le tracce successive riescono a mantenere standard elevati sia quando puntano su una vivacità particolarmente allegra (la zappiana Rice planting song), sia quando riaffiorano tecnicismi e spunti classicheggianti (Lagoon nebula e le magie della conclusiva Order from chaos), sia quando è più evidente il jazz-rock (40 degrees).
Caratteristica principale e comune in ogni momento dell'album, questo violino che infiamma, che viaggia veloce, ma che sa anche rallentare al momento giusto, suonato divinamente e che trasuda emozione in ogni singola nota, sia quando viene utilizzato quello elettrico che quello acustico.
E' facile concludere che Proof of concept, confermando quanto già fatto di buono in precedenza, fa intravedere una pienissima maturità e la certezza che i KBB vanno considerati obbligatoriamente tra le migliori realtà del progressive odierno.
Peppe
marzo 2008
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