| Brani: | |
1-Pressurizzazione; 2-Resistente; 3-La fata della forza; 4-Brutti sogni; 5-Brucia la strega; 6-Senza me; 6-Incompleto | |
| Formazione: | |
Massy (Massimiliano Anfuso): voce e chitarra; Daniele Manzoni: tastiere, synth e arrangiamenti; Filippo Valnegri: batteria; Joey (Giovanni Galimberti): basso | |
| Anno: .2007, autoproduzione - Durata: 40:28 |
Sono giovani i musicisti dei Willow. Provengono da Maggianico, in provincia di Lecco. Hanno un sogno nel cassetto: quello di proseguire la loro carriera all'insegna del buon rock. Hanno da poco esordito con un cd autoprodotto. La loro forza sta nell'energia unita all'esuberanza giovanile. Hanno belle idee ed è piacevole parlarne.
Risalgono addirittura al 1999 le origini della band, ma solo nel 2007 giungono al debutto discografico con l'album Perdita del tempo. Si tratta comunque di un progetto articolato, della prima parte di un concept, che hanno in programma di sviluppare con un secondo capitolo. Per ora ci concentriamo su questo lavoro che merita attenzione per questo progressive rock vibrante, presentato con la più classica strumentazione e cantato in italiano. Vigore e feeling si uniscono in questo disco, rievocando e modernizzando i fasti dei vari Biglietto per l'Inferno, Garybaldi, Rovescio della Medaglia, ecc. (e con una strizzatina d'occhio ai Dream Theater), con un hard-prog tutto italiano e con sette brani di durata non lunghissima (nessuno raggiunge gli otto minuti), ma comunque ben sviluppati, ricchi di intrecci che affascinano con le classiche cavalcate, i cambi di tempo e di atmosfera, gli ottimi momenti solistici, presentati senza quella ostentazione presuntuosa che può caratterizzare i gruppi emergenti di oggi. In effetti è forse questo il loro pregio, quello che colpisce: si percepisce il loro talento, si percepisce la voglia di mettersi in mostra, eppure si presentano con una certa umiltà, cercando subito di andare al concreto, senza perdersi nei cliché deleteri che spesso non vanno a favore di giovani band all'esordio. Invece giocano con semplicità i Willow, una semplicità che si rivela al tempo stesso arma a doppio taglio, con pregi e difetti: puntando su quelle caratteristiche che colpiscono facilmente l'ascoltatore che maggiormente apprezza le proposte di rock sinfonico e/o prog-metal, senza però perdersi in luoghi comuni, senza suonare a mille all'ora, senza arrivare sul sinfonismo banalotto, vien fuori una sorta di ibrido particolare, affascinante sì, ma a cui manca qualcosa per l'incontentabile popolo “purista” del progressive. Eppure anche così risultano credibili, sia quando si cimentano in brani di ampio respiro come Resistente e La fata della forza, sia quando preferiscono essere maggiormente diretti. Emblematiche, in tal senso, Brucia la strega, aggressiva, tagliente, con melodie vocali energiche, con un refrain semplice ed efficace, e la conclusiva Incompleto, caratterizzata da un lunatico pop-rock. Insomma, una prova già matura, una personalità derivante dalla ricerca di far convivere nella loro musica prog, rock e sonorità più dure e tante belle speranze per il futuro.Peppe
Marzo 2008
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