Brani:

1-Dedicated; 2- Facelift; 3-Somehow with the passage of time (…kings and queens 33 years later); 4-Mousetrap; 5-Everything is you; 6-To; 7-Outrageous Moon; 8-Aubade; 9-Noisette; 10-Floating world; 11-You; 12-The tale of Taliesin; 13-Dedicated to you; 12-Epilogue

Formazione:

Graeme Blevins: soprano sax, electronics; Peter Shyman: alto sax; Tim Holmes: tenor sax; Chris Caldwell: baritone & soprano sax, electronics.
With special guests Hugh Hopper: bass guitar, loops (on Facelift) and Morgan Fischer: vocals, hurdy gurdy, background electronics (on Outrageous Moon)

Prodotto da: Produced by John Winfield, assisted by Graeme Belvins and Chris Caldwell
Anno: 2007, Moonjune Records - Durata: 60:04

Questo è davvero un bel disco tributo! Forse uno dei migliori che mi sia capitato di ascoltare da quando si è cominciata a diffondere la moda di questi tipi di lavori. Ad essere omaggiati sono, nell'occasione, i Soft Machine, che non hanno certo bisogno di presentazioni per le pagine fondamentali che hanno scritto nella storia del progressive. Ad omaggiarli sono i Delta Saxophone Quartet, attivi dal 1984 e che, come è facile intuire, sono composti da quattro sassofonisti: Graeme Blevins, Peter Whyman, Tim Holmes e Chris Caldwell.

Con vari tipi di sax e con effetti elettronici, i musicisti pescano nel repertorio dei Soft Machine di ogni epoca e rielaborano alla grande le composizioni scelte. Grazie ad intelligenti arrangiamenti, ad un attento uso della tecnologia, mai eccessivo, alle loro capacità esecutive e ad un amalgama fortissimo, regalano un'ora piena di emozioni per chi non si stanca mai di ascoltare il sound della Macchina Morbida. I sax si intrecciano alla grande e riescono a riprendere l'essenza del materiale originale attraverso contorsioni e rifiniture che solo grandi artisti potevano riuscire a fare ed emerge un lavoro che va oltre qualsiasi “barriera” musicale, quasi a dimostrazione del fatto che la grandezza dei Soft Machine è stata proprio quella di creare una musica universale che non può essere costretta all'interno di confini ben delineati. Riascoltare in questa veste particolare brani che hanno fatto storia è un piacere immenso; constatare che a rendere omaggio ai Maestri non ci sono degli sprovveduti, ma dei musicisti di grandi capacità di esecuzione e di improvvisazione e cogliere le innumerevoli sfumature e finezze avvertibili man mano che la musica scorre fa capire come ci si trovi di fronte ad un prodotto superiore alla media. Da segnalare anche che Hugh Hopper dà una mano al quartetto in Facelift, che c'è anche l'apporto di Morgan Fischer in Outrageous Moon (traccia che è un felicissimo miscuglio di Out-bloody-rageous e Moon in June) e che ci sono anche alcuni brani originali dei Delta Saxophone Quartet che si inseriscono alla perfezione nel contesto. In definitiva si tratta di un disco molto bello, ma non per tutti, proprio perché i Soft Machine non sono un gruppo per tutti.

Peppe
marzo 2008