| | Brani: |
1-Foreseen; 2-Mystery man; 3-Speak directly; 4-As above so below; 5-The group; 6-Interlude; 7-Slave planet I; 8-Slave planet II; 9-The comment of the wise; 10-Mighty power of metal; 11-Giant dwarf | |
| Formazione: | |
Rikka
Hänninen: vocals, tin whistle; Tero Väänänen: vocals, bass clarinet;
Lisa Lipas: keyboards, violin, santur; Antti Tolkki: guitars; Petri
Sallinen: bass; Otto Mäkelä: drums. | |
| Prodotto da: Discordia Anno: 2006, autoproduzione - Durata: 44:00 |
Creati nel 2001, i finlandesi Discordia giungono alla prova discografica solo dopo sei anni e Utopia perfection è il titolo dato al primo frutto del loro lavoro. Diciamo subito che si tratta di un album dalle mille sfaccettature, che diverte e nel quale vengono a galla tante buone qualità, tante influenze che hanno ispirato i musicisti, tanti stili diversi uniti in un progressive estremamente vivace.
Un inizio dai cori quasi folk apre Foreseen, traccia iniziale del cd, che in seguito si evolve in un sound molto più corposo ed in una serie continua di nette variazioni ritmiche e stilistiche. Capiamo immediatamente di essere di fronte ad una band esuberante, che vuole mettersi in mostra e divertire attraverso buona musica. E ci riescono. Infatti il loro prog è in generale aggressivo (mai eccessivamente), con tratti anche vicini all'hard-rock, ma i musicisti fanno sposare questa caratteristica con espressioni sinfonico-barocche dettate sia da tastiere spesso classicheggianti, sia da cori e armonie vocali che finiscono con l'aumentare la maestosità del sound. Eppure in questo clima energico si possono intravvedere anche momenti di calma, dettati da armonie e melodie che possono richiamare il folk, la psichedelia, persino sapori gentlegiantiani. Il trittico di tracce Slave planet I, Slave planet II e The comment of the wise (e qui vengono alla mente anche i migliori Dream Theater) è molto esplicativo al riguardo, con una proposta altisonante, che spesso si fa drammatica e imponente, senza mai perdere vigore. Sono gli stessi Discordia, infatti, a specificare che nel loro approccio al progressive, non vogliono mai far venir meno quella veemenza tipica del rock, che oggigiorno invece viene spesso messa in disparte per dar spazio a tecnicismi esasperati o a pomposità kitsch. Invece il loro Utopia perfection scorre via amabilmente ed è un piacere seguire le evoluzioni e gli intrecci strumentali e vocali che si susseguono mentre i minuti di ascolto scorrono. Da promuovere, quindi, questa proposta, che non sarà originalissima, non entrerà nelle top list puntualmente stilate alla fine di un anno di progressive, ma che riesce ad assicurarsi facilmente i nostri favori, per merito di questa dinamicità e di quella che è tutto sommato una “chiassosità” decisamente intrigante.Peppe
Marzo 2008
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