Un vago sentore d'enigma pervade la mia schiena....una flebile lanterna rischiara appena una copertina in completo abito scuro e, dopo aver aperto la custodia, appare un improbabile cappuccetto rosso a farsi scherno dell'ignaro acquirente.
Ed è mistero sul mistero perchè dei musicisti non vengono dichiarati i nomi, a parte Fabio Berretti presente in qualità di chitarrista onorario (!?), però sappiamo che The Slowmovies sono siciliani, al loro primo cd e benedetti da un temerario Loris Furlan della Lizard.
Con una proposta musicale lontano dai canoni radiofonici, il gruppo intriga con il lento incedere delle loro composizioni, sempre marcatamente intrise di una concettosa afflizione. La tipica solarità siciliana è solo uno sbiadito ricordo che si perde nei toni più scuri del grigio; rievocazioni immaginarie di un tempo che fù... , la sonorizzazione di un vecchio film in bianco e nero...... , il rumore silenzioso di un fantasma. Un pianoforte minimalista a tracciare linee guida, su cui si basano le malinconiche tessiture violinistiche o gli interventi moderatamente dissonanti del sax.Eppure non è difficile essere rapiti dal fascino vagamente sinistro delle melodie, languide, apparentemente sommesse, spesso sostenute da una robusta sezione ritmica. Con le citazioni, nei titoli dei brani, che richiamano tra gli altri Wim Wenders e i Fugs, gli Slowmovies affrontano e metabolizzano l'inquietitudine, la fanno propria e la traducono con i loro strumenti in un progetto sonoro che sfugge a qualsiasi possibilità di facile catalogazione.
Geppo
Gennaio 2003

Nessun commento:
Posta un commento