| Brani: | |
| From The Purple Skies, The Elephant Stone, Drifting, Across The Sunrise, Forever My Queen, Rising Above, Queen Of Violet, Space Child, Gypsy, Return To Uranus. | |
| Formazione: | |
| Lucio Calegari: electric & acoustic guitar, voices, tambourine, lead vocals on 5; Paolo "Apollo" Negri: Hammond organ, mellotron, moog synthesizers, electric & grand piano; J.C. : lead vocals & harmony flights; Andrea Concarotti : drums; Enrico Garilli: bass; Patrizio Borlenghi: flute on 3, 8 e 10. | |
| Anno: 2004, Black Window - Durata: 78'21" |
Puro hard-rock con impressionanti rimandi alla psichedelia e al progressive degli anni '70. Si passa dai mitici Uriah Heep ai Deep Purple, da Hendrix agli Atomic Rooster . La chiave di volta di questo rilevante album è da ricercarsi nel lavoro strepitoso dei componenti la band ed è oltremodo evidente nelle due cover qui incluse: Forever My Queen dei Pentagram, icona del doom-rock moderno e la bellissima Gypsy degli Uriah Heep che non poco hanno influenzato il combo piacentino. L'album si apre con l'aggressiva title track Forever The Purple Skies variegata di affascinanti tocchi di Hammond del mago Paolo "Apollo" Negri e di sferzate della chitarra di Lucio Calegari; un'affiatata sezione ritmica con Andrea Concarotti alla batteria ed Enrico Garilli al basso pensa a far funzionare tutto alla perfezione. Segue Elephant Stone dalle atmosfere eteree create dagli inserti acustici e dalle effusioni di Hammond. Toccante è Drifting con l'incredibile gioco dell'organo, i tamburi ed un flauto soave e morbido che disegnano un delicato affresco progressive. Notevole l'episodio di Across The Sunrise ricco di classe e di grazia dove le impronte progressive del mellotron rincorrono i voli acrobatici di una chitarra mai doma. Il drumming di Andrea è qui veramente pregevole e quando si unisce all'Hammond di Paolo rievoca incredibilmente i magnifici Uriah Heep. Basato su un riff ripetuto di organo è Forever My Queen (già citata cover dei Pentagram, qui cantata dall'ex singer del gruppo Lucio Calegari) molto energica e pulsante e diversa dall'originale per la presenza dell'Hammond e del moog, anche se ne mantiene lo spirito e l'essenza. In Rising Above il cantante J.C., supportato ancora una volta dalla sezione di tastiere e da una magica chitarra, fornisce una prova di gilliana memoria e si sente che interpreta il brano con un amore particolare. "Queen Of Violet", dai fantastici colori psichedelici, con ariose cavalcate chitarristiche pregne di vapori acidi, vede ancora J.C. intento a mettere il contrassegno della sua presenza in quest'album. Ancora J.C. protagonista nella successiva Space Child dove con toni sereni duetta con l'Hammond ed il flauto che dolcemente ci accompagna fino al magnifico finale dai risvolti sognanti. La bravura dei Wicked Minds si fa ammirare nell'interpretazione della classicissima Gypsy degli Uriah Heep, brano assolutamente in stile con la musica del gruppo. Chiude l'album la monumentale Return To Uranus che si apre con il suono dolce di un flauto su una chitarra acustica che danno il via a 18 minuti di sperimentazioni e improvvisazioni che si associano magnificamente con il suono vintage. L'organo toglie il respiro prima che la chitarra ci conduca su territori dai forti connotati bluesy; qui i Wicked Minds sembrano di un altro pianeta e creano una fantastica tensione che attinge da un'autentica natura seventies regalandoci un finale di rara bellezza a suggello di un album prestigioso e di valore assoluto.
Progman59
Novembre 2004
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