| Brani: | |
1-Les saturnales; 2-Sicilienne; 3-Machine; 4-Drole d'ere; 5-Coma; 6-Trepidanse; 7-Duo; 8-Dies irae; 9-Tintinnabulum; 10-Cantilene; 11-Trio de mini-moogs (bonus track) | |
| Formazione: | |
Jean-Philippe Goude: piano, synthesizer, bagppe, mini-moog; Klaus Blasquiz: voice; Bernard Paganotti: bass; Kirt Rust: drums; Michèle Margand: violin; Anne Mehat: violin; Francoise Douchet: viola; Claudine Lasserre: cello; Richard Pinhas: rhythmic synthesizer; Jean-Louis Rizet: mixing & special effects; David Rose: violin; Yvon Guillard: alto saxophone; Gérard Prevost: double bass & electric bass; Dominique Esnault: drums; Patrick Gauthier: synthesizer, piano, mini-moog; Alain Ranval: guitar; Sylvin Marc: bass; Manu Katche: drums; Patrick Tilleman: violin; Michel Ettori: guitar; Jean-Michel Kajdan: guitar; Francois Ovide: guitar; Pierre Chereze: guitar; Didier Batard: bass; Francois Auger: drums; Benoit Widemann: mini-moog | |
| Prodotto da: Ramses & Jean-Philippe Goude Anno: 1979, Polydor; ristampa Musea 1993 - Durata: 40:27 |
Reduce dalla fantastica avventura con i Weidorje (che aveva fruttato uno splendido album, da annoverare tra i punti di riferimento della musica zeuhl extra Magma), il tastierista Jean-Philippe Goude registra nel 1979 il suo secondo album solista circondandosi di un nutrito numero di grandi musicisti francesi.
Klaus Blasquiz, Bernard Paganotti, Richard Pinhas, David Rose, Manu Katche, Patrick Gauthier, Michel Ettori sono solo alcuni dei nomi che accompagnano Goude in questa nuova esperienza. E i risultati, con la collaborazione di simili talenti, non potevano essere che eccellenti… Les saturnales apre nella maniera migliore il disco, con cinque minuti di carica zeuhl pura al 100%: ritmi devastanti, piano e tastiere a creare linee melodiche affascinanti e la magica voce di Blasquiz che rievoca i fasti dei Magma. Altri momenti che si mantengono sulla stessa lunghezza d'onda sono Trepidanse, non troppo ossessiva, ma sufficientemente vigorosa, Dies irae, in cui il basso di Paganotti è assolutamente feroce e distruttivo, il piano e il violino si insinuano ostinatamente e ben quattro chitarre fanno il resto, contribuendo a mantenere una tensione elevatissima, e Tintinnabulum, con melodie ripetute insistentemente (una caratteristica di questo tipo di musica) ed un comparto ritmico sempre sopra le righe. Ma non tutto l'album segue certi sentieri… Curioso il minuto di Sicilienne, con le strane melodie del sintetizzatore e gli stravaganti vocalizzi di Blasquiz. Machine è un altro episodio fondamentale del disco e avvicina la musica elettronica dei sintetizzatori di Goude e di Pinhas con il classicismo di un quartetto d'archi. Drole d'ere è invece un pezzo particolarmente delicato nel quale emergono, in particolare, le raffinate note acustiche di violino, piano, contrabbasso e sax. Ci sono anche due brevi brani nei quali è il solo Goude ad essere protagonista con i suoi tasti d'avorio: nelle semioscure atmosfere di Coma e Duo il tastierista si cimenta in un qualcosa di più sperimentale, sia come trame musicali che a livello timbrico. Stupendi i tre minuti di Cantilene, nella quale Gauthier al piano e Goude al sintetizzatore duettano mirabilmente. Nella ristampa in cd, c'è anche una bonus-track particolarmente strana e divertente, che vede Goude, Gauthier e Benoit Widemann impegnati per cinque minuti come trio di mini-moog. Ricapitolando: un unione di talenti straordinaria, un tastierista in un magico momento di forma, composizioni di grandissima qualità curate minuziosamente. A ciò si aggiunga una produzione assolutamente pregevole e si potrà avere un'idea precisa di quanto valido e meritevole sia quest'album.Peppe
ottobre 2004
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