| | Brani: |
1-Everything works in Mexico; 2-Sekala Dan Niskala; 3-The “Pardon our French” medley; 4-Tears of a velvet clown; 5-When the ruff tuff creampuffs take over | |
| Formazione: | |
Chris Smith: electric, acoustic and classical guitars, electric violin, viola, rebab, percussion, banjo, cello, mandolin; Warren Dale: keys, saxes, bass & bisected clarinets, melodica, toys, accordion, samplers, flutes, recorders, bass harmonica, whirling tube, percussion, saxello, suppressed laughter, celesta, toy piano, marimba, vibes; Mike Sary: bass, keys, hollerin'; Jeff Gard: drums, percussion, trap set, hootin'. With Steven Dale: trumpet, flugelhorn; Richard Adrian Steiger: tabla, dumbek, riq, percussion; Natalie Nichole Gilbert: lead vocals, homework; Denise Gilbert: spoken vocals, coaching; Howie Gano: a wee bit o' piano & string synth; Stephanie Dale: piccolo; Will Stewart: trumpet; Pam Thompson: tuba, euphonium, trombone | |
| Prodotto da: Mike Sary + Warren Dale Anno: 2004, Pretentious Dinosaur Records - Durata: 60:12 |
La magica e folle saga dei French TV, iniziata negli anni '80, continua con un nuovo lavoro di spessore che non fa che confermare tutti i buoni giudizi che questa band ha ispirato nel corso della sua esistenza. Come sempre, Mike Sary si fa accompagnare da musicisti che viaggiano lungo la sua stessa lunghezza d'onda ed il quartetto composto insieme al polistrumentista Warren Dale, al chitarrista Chris Smith e al batterista Jeff Gard è ben coadiuvato da numerosi ospiti, portando una varietà timbrica impressionante, visto l'utilizzo di un grande numero di strumenti.
La traccia d'apertura è una presentazione ottima per il nuovo album: si tratta, infatti, di una di quelle composizioni imprevedibili che hanno reso famosi i French TV, snodata attraverso una serie mirabolante di intrecci strumentali che miscelano gli stili più disparati tra rock d'avanguardia, progressive classico, vaghi riferimenti canterburiani e spunti d'atmosfera; il tutto integrato da aperture fiatistiche verso la caliente musica messicana. A tutto ciò si aggiungano ritmi in continua variazione che favoriscono i cambi di umore ed un'ironia di fondo che non manca mai quando si tratta di musica composta da Sary e soci. Anche le altre tracce evidenziano queste peculiarità, visto che per tutta la durata del cd si viaggia tra stravaganze continue favorite dal citato enorme assortimento di strumenti: così, è possibile ascoltare improbabili, quanto riusciti, accostamenti di chitarra elettrica crimsoniana e clarinetto, dissonanze percussive e interventi violinistici dal sapore improvvisato, arrangiamenti in stile jazz-rock e improvvisazione, trovate circensi e complessi interscambi strumentali… Insomma, nulla è scontato con i French TV, che in quest'occasione sanno anche sorprendere con il The “Pardon our French” medley, che in diciassette minuti riprende sei brani di nomi noti della scena progressive francese (Ange, Pulsar, Shylock, Carpe Diem, Atoll e Etron Fou Lelouban). Non si tratta dei pezzi più celebri di queste formazioni, ma, inutile dirlo, la band, che Sary definisce scherzosamente come il “best-kept secret” di Louisville, è in grado di uscire vincente anche da questa sfida, dando una bella rilettura e mostrando di riuscire a collegare con estrema naturalezza scuole diverse in un episodio che non fa altro che accrescere l'ammirazione verso il gruppo. Pardon our french è l'ennesima dimostrazione della bravura e della particolarità dei French TV, la cui discografia si arricchisce, quindi, di un altro album di buon livello che non sfigura al fianco degli altri lavori sfornati negli anni passati.Peppe
ottobre 2004
Nessun commento:
Posta un commento