Brani:

The sound falls; Opera Macabra II; NeMeSi: a) Malà Strana, b) Dies Irae, c) Days of rage; The second year after the rain; Opera Macabra IV; Blood and tears

Formazione:

G.B. “Batcheow” Astengo: acoustic guitar, rhythmic electric guitar; Naif Noir: acoustic drums, acoustic and electronic percussion; Max “Joshua” Fattorini: acoustic guitar, lead and rhythmic electric guitar; Stefano “Halo” Mori: digital and analogical synthesizers, Hammond C3, minimoog, polymoog; Antonella “Nona Luna” Suella: all lead and backing vocals, 4 and 5 string bass

Engineered and mixed by Osvaldo Giordano + Doriana Barbè
Anno: 1997, Mellow Records - Durata: 50:14

Negli anni ’90, nell’ambito della scena metal, si sono diffusi a macchia d’olio quei gruppi che si sono cimentati nel filone cosiddetto “gothic”, nel quale confluivano elementi di musica dark, progressive, classica, doom di discendenza sabbathiana, lievi spunti floydiani e che vedevano spesso ammalianti voci femminili in primissimo piano. The Gathering, The 3rd and the Mortal, Within Temptation, Theatre of Tragedy, Tristania, Therion, Lacuna Coil, Trail of Tears sono solo alcuni dei nomi che si sono distinti in questo genere.

Accentuando le caratteristiche progressive, non sempre evidentissime in tali band, e contemporaneamente diminuendo quelle metal, gli italiani Nova Malà Strana, dopo un primo album non proprio eclatante, hanno realizzato un lavoro interessantissimo con NeMeSi. Già l’apertura affidata ai dieci minuti di The sound falls chiarisce al meglio la proposta di quest’ensemble: una musica dalle caratteristiche molto oscure, arrangiamenti sinfonici nei quali spiccano una chitarra tagliente e delle tastiere funeree ed una cantante molto brava che sa ben modulare la propria voce. Opera Macabra II è solenne e sepolcrale, con parti vocali da soprano, un bel guitar-solo à la Iommi ed è degna erede delle migliori composizioni di Bartoccetti nei suoi progetti Jacula e Antonius Rex. La mini-suite in tre parti NeMeSi, con i suoi continui cambi di tempo, è la composizione più progressive del gruppo, pur mantenendo la generale atmosfera lugubre, il bel cantato evocativo e donando emozioni a tinte fosche. The second year after the rain sembra una nenia dalle melodie pianistiche semplici ed efficaci (con un curioso intermezzo più veloce in cui si distinguono chitarre e percussioni) che farebbe bella figura nella colonna sonora di qualsiasi horror-movie. Opera Macabra IV è invece un brano che all’inizio presenta maggiori punti di contatto con i Black Sabbath, ma che si sviluppa poi in maniera più curiosa con parti d’atmosfera, ritmi semitribali ed una chitarra elettrica che crea strane melodie e riff di lento doom, il tutto prima di un finale più spedito con ottimi intrecci strumentali tra tastiere e sei corde. Conclusione in grande stile con i dieci minuti di Blood and tears, più vicina al rock sinfonico, col suo andamento fiero che non perde minimamente i connotati dark che pervadono l’intero disco ed una parte centrale atmosferica ed intrigante. Cupo, misterioso e tormentato, NeMeSi ci presenta una band a cavallo tra il progressive e la musica gotica in una proposta validissima. Non siamo di fronte ad un capolavoro assoluto, ma chi ama le sonorità tenebrose e malinconiche ed apprezza non solo i gruppi di riferimento citati nella recensione, ma anche artisti quali Black Widow, Atomic Rooster e High Tide, non farà alcuna fatica ad apprezzare quest’album.

Peppe
Aprile 2004