| | Brani: |
1. All this time; 2. Creatures; 3.The celestial metal can; 4. Gagutz; 5. Waterfall carnival. | |
| Formazione: | |
| Nick Lieto: vocals, keyboard, mellotron, organ, piano, trumpet, percussion / Frank Camiola: guitars, banjo, bass, keyboards, percussion / Bill Ayasse: violin, viola, mandolin, background vocals, percussion / Andrew Sussman: electric bass / james guarnieri: drums, percussion / guests: Sharon Ayasse: flute 3,4,5 / Steve Campanella: marimba 2,4,5 / Christopher Tunney: clarinet 3,4 / Dee Harris: sarod 3 / Tim Roache: percussion, voices 3 / Marjorie Ayasse: background vocals 2, voices 1,3 / Dr. Mac and Broher Bam: voices 1,3 | |
| Anno: 2004, Trope audio - Durata: 53:14 |
I Lumpy Gravy, cover band di Frank Zappa, davano origine nel 1998 all'embrione di quello che nel 2000 sarebbe diventato il gruppo dei Frogg Cafè. La loro musica è sicuramente originale con larghi spazi alla sperimentazione, ma sono evidenti le influenze classiche di Yes, Gentle Giant e Genesis su tutti. Il loro debutto avvenne nel 2001 con l'album omonimo ed ora questa band americana ritorna con questo Creatures. L'opener all This Time parte con strani effetti vocali, ma quando attacca il mellotron si ha subito idea di cosa si andrà ad ascoltare. Ottime parti vocali (che ricordano il miglior Matthew Parmenter dei Discipline) fanno da contraltare ad una chitarra forse un po' troppo chiassosa. Armonie da Giganti Gentili ci accompagnano durante la jazzata Creatures con un intricato drumming dall'incedere leggero. Segue The Celestial Metal Can, che dopo una pausa di riflessione (un vero e proprio silenzio) si apre con effetti floydiani e procede con percussioni, voci e inserti di clarinetto andando a formare il brano più sperimentale dell'album dalla vena decisamente RIO. E' ancora il clarinetto ad aprire Gagutz, brano con tratti più avanguardistici, con un violino che non può non ricordare il Re Cremisi; il brano si snoda su temi jazz-rock e sul finale una tromba ci riporta su territori cari agli After Crying. Chiude l'album l'epica Waterfall Carnival di oltre 21 minuti: una bella apertura acustica ci culla in bei momenti d'atmosfera genesiana ed alcune accelerazioni cadenzate, complice anche la presenza di un banjo, ci riporta alla mente il classico rock del popolo americano. Un violino, che richiama ai mitici Kansas, ci accompagna fino a metà strada quando il brano cade un po' di tono, ma prima una melodia alla Gentle Giant e poi un ottimo lavoro tra l'Hammond e di nuovo il violino, ci fa viaggiare speditamente sui territori Kansas con bei passaggi vocali, fino al bel finale con una chitarra acustica che incede maestosa.
Progman59
Aprile 2004
Nessun commento:
Posta un commento