Brani:

Ramoniana, Aquartha, Velha gravura, Tempestade, Madrugada, Carceres, Elegia

Formazione:

Elisa Wiermann: piano e sintetizzatori; Kleber Vogel: violino; Jones Junior: chitarra e violino; Marco Lauria: basso; Claudio Dantas: batteria e percussioni. Ospiti: Adauto Vilarinho (oboé) e Roberto Meyer (flauti).

Produzione artistica: Q. Requiem. Produzione esecutiva: Faunus Records .
Anno: 1990, Faunus Records - Durata: 56:23

E’ il 1990 quando i brasiliani Quaterna Requiem si affacciano nel mondo progressivo con un lavoro di notevole spessore che in breve tempo conquista i cuori degli appassionati che da un po’ di tempo erano all’asciutto delle sonorità presenti nell’album strumentale Velha gravura.

Le note di Ramoniana ci introducono subito in un mondo musicale affascinante, contraddistinto da un prog romantico con netti riferimenti classicheggianti e dalle incantevoli note acustiche di chitarra, flauto, oboe e violino. Una presentazione di straordinario livello, melodica e malinconica al punto giusto, suggestiva e toccante, che nel finale, con l’entrata della sezione ritmica, si fa più vivace, orientandosi maggiormente su sonorità da corte medievale. Introdotta dal violino, Aquartha è invece un fulgido esempio di rock sinonico emersoniano, con ritmiche imprevedibili e le tastiere di Elisa Wiermann pronte a lanciarsi in ogni direzione e a duettare efficacemente col violino. La lunga (oltre 12 minuti) title-track comincia con tastiere classicheggianti, presto raggiunte da delicate note di chitarra; poi l’entrata del violino e del basso rende ulteriormente elegante il brano che prosegue attraverso l’avvincente alternanza tra romanticismo e impulsi di incalzante progressive rock, ricordandomi vagamente Quella Vecchia Locanda. Seguono dapprima Tempestade (qui il gruppo si orienta maggiormente verso uno stile vicino al Banco), atmosferica, col piano in evidenza, ma pronta anche a sorprendere con sobbalzi sinfonici, poi Madrugada, raffinatissima composizione guidata dalle note malinconiche di piano e violino decisamente più vicina alla musica classica che al rock. Stessa peculiarità si ravvisa all’inizio “ecclesiastico” di Toccata, che vira poi verso sonorità più prorompenti e barocche, con le tastiere a guidare e la solita eleganza dell’accompagnamento violinistico. I due brani conclusivi Caceres ed Elegia, più brevi, confermano tutte le buone impressioni che il gruppo ha finora suscitato per merito di una proposta in cui prog e richiami classici si fondono in maniera del tutto positiva. I Quaterna Requiem con Velha gravura mettono in mostra un rock sinfonico spigliato, moderno eppure ispirato ai grandi degli anni ’70 e alla musica classica e barocca, con punte di grande emotività ed intuizioni musicali di assoluto valore. La grande considerazione che gli appassionati coltivano per questo disco è assolutamente meritata!

Peppe
Settembre 2003