| Brani: | |
1-Vis Country?; 2-Intermezzo per chitarra classica, flauto e bouzouki; 3-Lontano; 4-Intermezzo per quartetto d’archi e chitarra classica; 5-Cattolica, 6-La danza; 7-Intermezzo in modo orientale; 8-Ricordo; 9-Le coup de fon; 10-M.d.C. | |
| Formazione: | |
Mario
Valentino Bramé: batteria, percussioni, armonie vocali, voce, chitarra
acustica; Massimiliano Galbani: voce, chitarra acustica, chitarra
classica, chitarra elettrica; Marco Gusberti: tastiere e pianoforte;
Massimo Necchi: basso, fretless, flauto, mandolino; Davide Pisi:
chitarra elettrica e acustica, sitar. | |
| Produzione artistica: Mary Newsletter e Marco Olivotto Anno: 1998, Mellow Records - Durata: 55:19 |
Eccellente dimostrazione di come il prog odierno non sia solo caratterizzato dall’attuazione di schemi precostituiti e troppo consolidati, Distratto dal sole emana un fascino molto particolare attraverso una serie di influenze che ben si amalgamano fino a dare forma ad un lavoro ed una musica omogenei e ricchi di sorprese.
Il punto di partenza è dato da una sorta di psichedelia moderna e intelligente, in cui chitarre acustiche ed elettriche, tastiere, piano e flauto creano magiche tessiture. A completare il tutto, però, troviamo altri strumenti, tra cui spiccano degli archi che donano alle composizioni anche un sapore cameristico e melodie vocali mai banali. All’orecchiabilità del cantato, inoltre, seguono spesso lunghe parti strumentali, in cui i musicisti impegnati rifiniscono a volte con combinazioni avvincenti e raffinate, a volte in maniera più vicina a certo rock psichedelico di fine anni ’60. I Mary Newsletter cercano, così, di distaccarsi da modelli ben precisi e di porre in atto una musica universale e per questo non nascondono il loro amore verso realtà indiane, sudamericane e africane attraverso certe sonorità orientaleggianti oppure più vicine alla world music. Emblematico il riferimento all’India, non solo in copertina, ma anche in un brano come La danza; inoltre, in quest’opera fantasiosa vengono a galla composizioni che si caratterizzano per la contaminazione descritta (e non possono non essere citati anche i riferimenti ai C.S.I. di Linea Gotica) quali Vis country? e Lontano, curiosi spunti di jazz notturno (ascoltare il finale di Cattolica), qualche legame con il primo Alan Sorrenti in Ricordo e atmosfere eteree, che vanno poi a diluirsi in crescendo strumentali (avete presente i Pink Floyd di Careful with that axe, Eugene?) e incredibili impasti elettroacustici nella conclusiva M.d.C. (Martiri di Curiosità). Non solo: spiccano poi altri gioiellini con una serie di Intermezzi eseguiti soprattutto con strumenti classici ed acustici (chitarra, flauto, bouzouki, archi, ecc.), che rappresentano brevi bozzetti strumentali di rara bellezza a sostegno delle composizioni “principali” e che sono chiaro indice di un notevole talento compositivo. Il tentativo di questi musicisti di ricercare un’identità propria è decisamente andato a buon fine e va premiato per i risultati artistici conseguiti attraverso un rock personale, suggestivo, lontano dalla spettacolarità tecnica troppo spesso fine a sé stessa di tante produzioni odierne, ma entusiasmante per le continue intuizioni che offre.Peppe
Settembre 2003
Nessun commento:
Posta un commento