Brani:
1-Allegro con brio; 2-Phoebus; 3-Melodia di fine autunno; 4-Aria e vento; 5-5/5/1555
Formazione:

Fabrizio Pellicciaro: voce, chitarra elettrica 6/12 corde e acustica, flauto dolce; Fabiano Codazzo: tastiere; Marco Angelone: chitarra elettrica e classica; Maurizio Di Tollo: batteria, percussioni, voce; Salvatore Marchesani: basso. Ospite: Luca Latini: flauto traverso

Prodotto da: Distillerie di Malto
Anno: 2001, autoproduzione - Durata: 48:13

Tra le numerose band affacciatesi nel panorama italiano degli ultimi anni, le Distillerie di Malto sono senza dubbio una di quelle realtà da tenere d'occhio. Questo gruppo abruzzese è stato infatti una delle rivelazioni del 2001, grazie all'album d'esordio intitolato Il manuale dei piccoli discorsi, un'autoproduzione sorprendente, sia per la qualità del suono, davvero notevole trattandosi di un lavoro “fatto in casa”, sia per il valore musicale (con una nota di merito che va fatta anche per la scelta dell'artwork che presenta in copertina un'opera del surrealista René Magritte).

Fa subito impressione l'incipit Allegro con brio, che denota in maniera esplicita la vena nervosa di Fripp in quasi sei minuti di evoluzioni chitarristiche di tutto rispetto. Nei successivi brani le Distillerie di Malto amalgamano meglio le loro influenze, di modo che alle connotazioni frippiane si aggiungono passaggi romantici e intelaiature strumentali che sembrano usciti da Nursery Cryme. In Phoebus si aggiunge anche una sezione sperimentale, che, fatte le debite proporzioni, rappresenta la Moonchild della situazione. In questo brano ed in altri frangenti si evidenzia, inoltre, la presenza del flauto, che conferisce un tocco di eleganza in più. Una delizia per le orecchie, tutta da ascoltare, è Melodia di fine autunno, dolcissima all'inizio per affrontare poi un crescendo di rara intensità che porta ad un turbinio di cambi di tempo in cui può mettersi in mostra una sezione ritmica che riesce ad unire potenza, fantasia ed agilità. Sulla stessa falsariga si muovono i due brani più lunghi: Aria e vento, grazie ai suoi cambi di atmosfera che tanto affascineranno l'appassionato di prog sinfonico e 5/5/1555, in cui emerge maggiormente l'eredità del rock progressivo italiano tramandata da Banco del Mutuo Soccorso e PFM. Da aggiungere anche che le parti vocali, pur non eccelse (si sa, i Di Giacomo e gli Stratos sono eccezioni…), sono buone ed è un altro punto a favore di questo gruppo, cui facciamo un in bocca al lupo per un futuro radioso nel prog italiano.

Peppe
Maggio 2005