Apre l’album “An Ordinary Mortal” che immerge subito in profonde riflessioni con un suono triste di chitarra acustica e violino; la vocalist Ileesha Bailey, con i suoi languidi lamenti, rende il pezzo ancora più melodico ed il suono di un clarinetto dà un tocco classico che sprofonda totalmente in un’atmosfera da orchestra da camera.
Karda Estra - Eve
Rara Avis In Terris - Au crépuscule du temps...
| Brani: | |
Ocean; Outrage; Kaleidoscope; The new millenium; Au crépuscule du temps... | |
| Formazione: | |
| Willy Mercier: vocals, guitars; Rodolphe Cloitre: vocals; guitars; Julien Prévot: flute, sax, keyboards; Giorgio Brugnone: keyboards; Yvan LeGuennec: bass; Sebastien Boarée: drums. | |
| 2000, Mellow Records - durata: 52:00 |
Il cd d'esordio dei francesi Rara Avis in Terris, "Au crépuscule du temps", è un gioiellino contenente un'ora di ottimo progressive, per lo più di derivazione floydiana.
KBB - Lost and found
| Brani: | |
| 1-Hatenaki shoudou; 2-Catastrophe; 3-Antartica; 4-The desert of desires; 5-Another episode; 6-Nessa no kioku; 7-Divine design | |
| Formazione: | |
| Akihisa Tsuboy: violin, guitar; Gregory Suzuki: keyboards; Dani: bass; Shirou Sugano: drums | |
Prodotto da Akihisa Tsuboy - 2000, Musea |
Dalla terra del Sol Levante i KBB, seguendo le orme di Ars Nova e Gerard, realizzano un album interamente strumentale - e dominato soprattutto dai tasti d'avorio - di prog sinfonico.
Univers Zero - Rhythmix
Nonostante il trascorrere degli anni e le diverse mutazioni di organico, il gruppo si presenta ancora una volta con la sua immutata identità, gestita da Daniel Denis batterista dalle grandi doti ed anima indissolubile di questo gruppo.
Accompagnato dall'altro storico componente Michel Berckmans e da un ensamble di preparatissimi musicisti, tutti collaborano alacremente all'esecuzione dei brani, quasi totalmente scritti da Denis, integrandosi perfettamente ed innarcando la musica a momenti di grande fascino e pathos.
Sotos - Sotos
E' questo il caso dei francesi Sotos, gruppo composto da cinque ragazzi, nato nel 1996 ed approdato alla prima uscita su cd con ben tre anni di esperienza alle spalle. Un ensable strumentale in cui mancano le tastiere ed al quale, oltre al classico basso/batteria/chitarra, si aggiungono violino e violoncello.
The Muffins - Chronometers
Il gruppo, in quintetto, è molto vicino alle produzioni canterburiane dei primi anni settanta, con aloni sinfonici e composizioni dilatate ed intricate. Il suono è ricco, pieno ed articolato, con le voci ad accompagnare le innumerevoli variazioni ora in cori ora in solitudini recitazioni di stampo quasi teatrale.
The Muffins - Manna Mirage
Il primo disco della band in quartetto; vanno via Abramowitz e Zentner ed entra in pianta stabile il nuovo batterista Paul Sears.
Uscito nel 1978 per la Random Radar e ristampato in Cd dalla Cuneiform, in esso hanno suonato anche altri musicisti (John Schmidt per corno e tuba, Doug Elliot al trombone, Larry Elliot e Greg Yaskovich entrambi alla tromba, Steve Faigenbaum
alla chitarra). L'album è stato registrato nel 1977 con un otto tracce
Tascam, e mostra qualche deficienza tecnica, solo in parte recuperata
dal passaggio in digitale per il Cd.
L'opener Monkey with the golden eyes
riporta alle atmosfere care al Canterbury, con il piano elettrico
trattato, linea melodica di flauto e intervento di xilofono di zappiana
memoria; ma ecco giungere la successiva Hobart got burned e lì
fare capolino il gusto per l'indefinito, il rumoristico, tutto basato
sui sax dissonanti, per poi arrivare al supremo atto liberatorio e
corale, con la batteria a macinare tempi inconsueti, il basso
martellante e distorto, il piano a creare un tessuto ideale per lo
scorrere della melodia impazzita dei sax.
Genesis - Watcher of the skies
Sono convinto che il brano "apripista" della rubrica
spartiti debba soddisfare alcuni requisiti: essere di esecuzione
piuttosto semplice, essere un caposaldo del progressive ed essere molto
appetibile dalla massa... spero di aver centrato l'obiettivo con la
trascrizione di Watcher Of The Skies, il pezzo d'apertura di quel magnifico disco che è "Foxtrot" dei Genesis (anno di grazia 1972).
La
parte che ho trascritto è l'introduzione, suonata dal genio Tony Banks
sul mellotron. Il timbro usato è ottenuto miscelando 'combined brass' e
'string section' sulla tastiera destra, il tutto accompagnato dall'
'accordion' con la tastiera sinistra; ciò è possibile con un Mark I
oppure II - modelli a doppia tastiera - oppure ovviamente con due M400.
Il mellotron di solito è usato per l'esecuzione di parti ad ampio
respiro corale (e ciò alimenta il falso mito di una sua preoccupante
lentezza nell'emissione delle note), e il pezzo in questione non fa
eccezione: si tratta infatti solamente di una successione di accordi,
alcuni dei quali possono sembrare inizialmente un po' astrusi ai
principianti, suonati (dal punto di vista ritmico) in maniera più o meno
libera - la divisione della partitura in una sezione in 4/4 e una in
3/4 è puramente estetica.
Spartiti e strumenti - Premessa
La sezione "Spartiti e
strumenti" del Rotters' Club interessa in primo luogo i musicisti: di
volta in volta pubblicheremo partiture di pezzi progressive più o meno
storici, accompagnate da commenti relativi alle tecniche esecutive
adottate.
In secondo luogo, pensiamo che la rubrica possa essere di
grande attrattiva anche nei confronti di chi non suona ma che vuole
sapere "cosa c'è dietro" ciò che ascolta: le partiture, infatti, saranno
affiancate da notizie sulla strumentazione originariamente utilizzata
ed eventualmente da notizie storiche e curiosità varie.
Teniamo a
precisare che il materiale pubblicato rappresenta esclusivamente una
NOSTRA interpretazione del pezzo trattato: sarebbe molto facile
procurarsi un file midi del brano, caricarlo in uno dei tanti programmi
di MIDI-sequencing esistenti, stamparne i pentagrammi e spacciare il
risultato (nella maggior parte dei casi una partitura molto
approssimativa ed al limite del leggibile) come farina del nostro sacco;
peggio ancora (oltre che una palese violazione del diritto d'autore)
sarebbe pubblicare scansioni di spartiti regolarmente in commercio. Il
nostro materiale è creato partendo da zero, ed è frutto solamente
(ribadiamo) del nostro "orecchio"; per tale motivo, sarebbe decisamente
azzardato ritenerlo accurato al 100%.
Pertanto invitiamo i lettori a
collaborare, segnalando al curatore della rubrica (Mirrormaze)
eventuali errori e/o imprecisioni, consigliando altri pezzi da includere
nella rubrica, e così via; in ogni caso, fateci sapere cosa pensate di
questa sezione molto sperimentale del sito.
Nota Bene:
il Rotters' Club non vuole assolutamente ostacolare le vendite di
spartiti originali (anche per questo non saranno pubblicate partiture
integrali dei pezzi, ma solamente uno o più estratti dei essi), e
sottolinea il carattere didattico della rubrica (nonchè la sua
impostazione estremamente amatoriale), essendo convinti che la "diffusione del rock progressivo" passi anche per queste strade.
Buon divertimento !!!
Hatfield and the North
"La musica che Benjamin sentì
quella sera era chiara, accessibile, piena di intelligenza e umorismo,
malinconia ed energia, e speranza. Non avrebbe mai capito il mondo, ma
avrebbe sempre amato quella musica. E allora l'ascoltò, sicuro che Dio
era dalla sua parte, e si sentì a casa."
Jonathan Coe "the rotter's club" (it. "la banda dei brocchi" )
Nel
romanzo-affresco di Coe che descrive la vita di un gruppo di
adolescenti in Inghilterra nei 70s la musica ascoltata un martedì sera
autunnale del 1974 al Barbarella's di Birmingham era un concerto degli Hatfield & the North, band della seconda generazione di Canterbury.
Il gruppo nasce nel 1972: i cugini Sinclair, David (tastiere) e Richard (basso e voce), provengono dai seminali Wilde Flowers e dai Caravan, Phil Miller (chitarra) da Delivery e Matching Mole, Pip Pyle (batteria) dai Gong.
Nel gennaio 1973 David Sinclair decide di tornare con i Caravan e viene avvicendato alle tastiere da Dave Steward proveniente da Egg e Khan.
The Muffins
Siamo già intorno alla metà degli anni '70,
quando in America vengono metabolizzati gli umori progressivi
provenienti dall'Europa, ed i gruppi che si esprimeranno in tale
contesto saranno destinati a restare ai margini della scena
internazionale, uscendo raramente da una notorietà confinata nell'ambito
del proprio Stato, tranne che per un certo "pomp-rock", di derivazione
prog, a cui viene affibbiato l'acronimo A.O.R. (Adult Oriented Rock).
Il
progressive americano rimarrà, quindi, un fenomeno sostanzialmente
underground e di difficile accesso per l'ardua reperibilità dei dischi,
stampati da poco più che artigianali etichette ed in esigue tirature.
Grazie all'avvento del compact disc molte di queste registrazioni hanno
rivisto la luce, permettendoci oggi di ricostruire una scena musicale
altrimenti relegata negli scaffali di sparuti collezionisti.
A dire
il vero, sono pochi gli aspetti realmente stimolanti, ma non manca la
vena più sperimentale e creativa, dove vengono fusi il Jazz ed il Rock
con le raffinate sonorità della Scuola di Canterbury e le intricate
progressioni armoniche del R.I.O. (Rock In Opposition). Nell'area di
Washinghton D.C., il fermento è piuttosto attivo da questo punto di
vista, e va riconosciuto ai The Muffins un posto di assoluto rilievo.
Quidam
Superati i momenti difficili del quinquennio 1988-1992, il new-prog si sta risollevando verso la metà degli anni '90: gli IQ sfornano l'ottimo Ever, i Pendragon hanno ormai consolidato una formula vincente, gli Arena inaugurano la moda che diverrà però deleteria dei "supergruppi" (se tali si possono chiamare…) e nuove realtà si affacciano ovunque. Uno dei terreni più fertili sembra essere quello della Polonia, visto che in tale nazione iniziano a fiorire gruppi che rispondono ai nomi di Collage, Abraxas, Lizard, Albion, pronti a recepire gli insegnamenti sinfonici sia dei seventies che della decade successiva. Un gruppo più di ogni altro riesce a sorprendere per l'amalgama sonora che è capace di creare, grazie a linee melodiche di grande splendore e ad una soave voce femminile che seduce facilmente. Sto parlando dei Quidam, band che non scopre nulla di nuovo, ma che riesce ad ammaliare grazie a trame e sonorità costruite con estremo gusto.




