Karda Estra - Eve

 
Eve” è un concept album inspirato dalla novella The Future Eve scritta nel 1886 da Villiers de L’Isle Adam. Progetto del polistrumentista Richard Wileman dove si fondono progressive e musica classica.

Apre l’album “An Ordinary Mortal” che immerge subito in profonde riflessioni con un suono triste di chitarra acustica e violino; la vocalist Ileesha Bailey, con i suoi languidi lamenti, rende il pezzo ancora più melodico ed il suono di un clarinetto dà un tocco classico che sprofonda totalmente in un’atmosfera da orchestra da camera.

Rara Avis In Terris - Au crépuscule du temps...

 Brani:

Ocean; Outrage; Kaleidoscope; The new millenium; Au crépuscule du temps...

Formazione:
Willy Mercier: vocals, guitars; Rodolphe Cloitre: vocals; guitars; Julien Prévot: flute, sax, keyboards; Giorgio Brugnone: keyboards; Yvan LeGuennec: bass; Sebastien Boarée: drums.
2000, Mellow Records - durata: 52:00

Il cd d'esordio dei francesi Rara Avis in Terris, "Au crépuscule du temps", è un gioiellino contenente un'ora di ottimo progressive, per lo più di derivazione floydiana.

KBB - Lost and found

 Brani:
1-Hatenaki shoudou; 2-Catastrophe; 3-Antartica; 4-The desert of desires; 5-Another episode; 6-Nessa no kioku; 7-Divine design
Formazione:
Akihisa Tsuboy: violin, guitar; Gregory Suzuki: keyboards; Dani: bass; Shirou Sugano: drums

Prodotto da Akihisa Tsuboy - 2000, Musea

Dalla terra del Sol Levante i KBB, seguendo le orme di Ars Nova e Gerard, realizzano un album interamente strumentale - e dominato soprattutto dai tasti d'avorio - di prog sinfonico.

Univers Zero - Rhythmix

Nuovo capitolo sonoro per gli Univers Zero, longevo gruppo belga che incarna preziosamente un affascinante, quanto mai misconosciuto, R.I.O. di stampo europeo.
Nonostante il trascorrere degli anni e le diverse mutazioni di organico, il gruppo si presenta ancora una volta con la sua immutata identità, gestita da Daniel Denis batterista dalle grandi doti ed anima indissolubile di questo gruppo.
Accompagnato dall'altro storico componente Michel Berckmans e da un ensamble di preparatissimi musicisti, tutti collaborano alacremente all'esecuzione dei brani, quasi totalmente scritti da Denis, integrandosi perfettamente ed innarcando la musica a momenti di grande fascino e pathos.

Sotos - Sotos

I Magma sono stati i grandi ispiratori dello zeuhl, genere musicale ristretto ma non privo di un certo fascino, seguito da irriducibili appassionati, e che non manca di influenzare giovani musicisti.
E' questo il caso dei francesi Sotos, gruppo composto da cinque ragazzi, nato nel 1996 ed approdato alla prima uscita su cd con ben tre anni di esperienza alle spalle. Un ensable strumentale in cui mancano le tastiere ed al quale, oltre al classico basso/batteria/chitarra, si aggiungono violino e violoncello.

The Muffins - Chronometers

Le registrazioni sono del periodo 1975-76 e la formazione comprende Stuart Abramowitz (batteria), Mike Zentner (chitarra, violino ed armonica), Bill Swan (basso, piano, chitarra e percussioni), Tom Scott (flauto piccolo ed alto, sassofoni soprano, alto e baritono, clarinetto alto, oboe e percussioni), Dave Newhouse (piano, organo, flauto, sassofono, clarinetto basso e percussioni).

Il gruppo, in quintetto, è molto vicino alle produzioni canterburiane dei primi anni settanta, con aloni sinfonici e composizioni dilatate ed intricate. Il suono è ricco, pieno ed articolato, con le voci ad accompagnare le innumerevoli variazioni ora in cori ora in solitudini recitazioni di stampo quasi teatrale.

The Muffins - Manna Mirage

Il primo disco della band in quartetto; vanno via Abramowitz e Zentner ed entra in pianta stabile il nuovo batterista Paul Sears.
Uscito nel 1978 per la Random Radar e ristampato in Cd dalla Cuneiform, in esso hanno suonato anche altri musicisti (John Schmidt per corno e tuba, Doug Elliot al trombone, Larry Elliot e Greg Yaskovich entrambi alla tromba, Steve Faigenbaum alla chitarra). L'album è stato registrato nel 1977 con un otto tracce Tascam, e mostra qualche deficienza tecnica, solo in parte recuperata dal passaggio in digitale per il Cd.
L'opener Monkey with the golden eyes riporta alle atmosfere care al Canterbury, con il piano elettrico trattato, linea melodica di flauto e intervento di xilofono di zappiana memoria; ma ecco giungere la successiva Hobart got burned e lì fare capolino il gusto per l'indefinito, il rumoristico, tutto basato sui sax dissonanti, per poi arrivare al supremo atto liberatorio e corale, con la batteria a macinare tempi inconsueti, il basso martellante e distorto, il piano a creare un tessuto ideale per lo scorrere della melodia impazzita dei sax.

Genesis - Watcher of the skies

Sono convinto che il brano "apripista" della rubrica spartiti debba soddisfare alcuni requisiti: essere di esecuzione piuttosto semplice, essere un caposaldo del progressive ed essere molto appetibile dalla massa... spero di aver centrato l'obiettivo con la trascrizione di Watcher Of The Skies, il pezzo d'apertura di quel magnifico disco che è "Foxtrot" dei Genesis (anno di grazia 1972).

La parte che ho trascritto è l'introduzione, suonata dal genio Tony Banks sul mellotron. Il timbro usato è ottenuto miscelando 'combined brass' e 'string section' sulla tastiera destra, il tutto accompagnato dall' 'accordion' con la tastiera sinistra; ciò è possibile con un Mark I oppure II - modelli a doppia tastiera - oppure ovviamente con due M400. Il mellotron di solito è usato per l'esecuzione di parti ad ampio respiro corale (e ciò alimenta il falso mito di una sua preoccupante lentezza nell'emissione delle note), e il pezzo in questione non fa eccezione: si tratta infatti solamente di una successione di accordi, alcuni dei quali possono sembrare inizialmente un po' astrusi ai principianti, suonati (dal punto di vista ritmico) in maniera più o meno libera - la divisione della partitura in una sezione in 4/4 e una in 3/4 è puramente estetica.

Spartiti e strumenti - Premessa

 

La sezione "Spartiti e strumenti" del Rotters' Club interessa in primo luogo i musicisti: di volta in volta pubblicheremo partiture di pezzi progressive più o meno storici, accompagnate da commenti relativi alle tecniche esecutive adottate.
In secondo luogo, pensiamo che la rubrica possa essere di grande attrattiva anche nei confronti di chi non suona ma che vuole sapere "cosa c'è dietro" ciò che ascolta: le partiture, infatti, saranno affiancate da notizie sulla strumentazione originariamente utilizzata ed eventualmente da notizie storiche e curiosità varie.

Teniamo a precisare che il materiale pubblicato rappresenta esclusivamente una NOSTRA interpretazione del pezzo trattato: sarebbe molto facile procurarsi un file midi del brano, caricarlo in uno dei tanti programmi di MIDI-sequencing esistenti, stamparne i pentagrammi e spacciare il risultato (nella maggior parte dei casi una partitura molto approssimativa ed al limite del leggibile) come farina del nostro sacco; peggio ancora (oltre che una palese violazione del diritto d'autore) sarebbe pubblicare scansioni di spartiti regolarmente in commercio. Il nostro materiale è creato partendo da zero, ed è frutto solamente (ribadiamo) del nostro "orecchio"; per tale motivo, sarebbe decisamente azzardato ritenerlo accurato al 100%.
Pertanto invitiamo i lettori a collaborare, segnalando al curatore della rubrica (Mirrormaze) eventuali errori e/o imprecisioni, consigliando altri pezzi da includere nella rubrica, e così via; in ogni caso, fateci sapere cosa pensate di questa sezione molto sperimentale del sito.

Nota Bene: il Rotters' Club non vuole assolutamente ostacolare le vendite di spartiti originali (anche per questo non saranno pubblicate partiture integrali dei pezzi, ma solamente uno o più estratti dei essi), e sottolinea il carattere didattico della rubrica (nonchè la sua impostazione estremamente amatoriale), essendo convinti che la "diffusione del rock progressivo" passi anche per queste strade.


Buon divertimento !!!

Hatfield and the North

"La musica che Benjamin sentì quella sera era chiara, accessibile, piena di intelligenza e umorismo, malinconia ed energia, e speranza. Non avrebbe mai capito il mondo, ma avrebbe sempre amato quella musica. E allora l'ascoltò, sicuro che Dio era dalla sua parte, e si sentì a casa."
Jonathan Coe "the rotter's club" (it. "la banda dei brocchi" )

Nel romanzo-affresco di Coe che descrive la vita di un gruppo di adolescenti in Inghilterra nei 70s la musica ascoltata un martedì sera autunnale del 1974 al Barbarella's di Birmingham era un concerto degli Hatfield & the North, band della seconda generazione di Canterbury.
Il gruppo nasce nel 1972: i cugini Sinclair, David (tastiere) e Richard (basso e voce), provengono dai seminali Wilde Flowers e dai Caravan, Phil Miller (chitarra) da Delivery e Matching Mole, Pip Pyle (batteria) dai Gong.
Nel gennaio 1973 David Sinclair decide di tornare con i Caravan e viene avvicendato alle tastiere da Dave Steward proveniente da Egg e Khan.

The Muffins

Siamo già intorno alla metà degli anni '70, quando in America vengono metabolizzati gli umori progressivi provenienti dall'Europa, ed i gruppi che si esprimeranno in tale contesto saranno destinati a restare ai margini della scena internazionale, uscendo raramente da una notorietà confinata nell'ambito del proprio Stato, tranne che per un certo "pomp-rock", di derivazione prog, a cui viene affibbiato l'acronimo A.O.R. (Adult Oriented Rock).
Il progressive americano rimarrà, quindi, un fenomeno sostanzialmente underground e di difficile accesso per l'ardua reperibilità dei dischi, stampati da poco più che artigianali etichette ed in esigue tirature. Grazie all'avvento del compact disc molte di queste registrazioni hanno rivisto la luce, permettendoci oggi di ricostruire una scena musicale altrimenti relegata negli scaffali di sparuti collezionisti.
A dire il vero, sono pochi gli aspetti realmente stimolanti, ma non manca la vena più sperimentale e creativa, dove vengono fusi il Jazz ed il Rock con le raffinate sonorità della Scuola di Canterbury e le intricate progressioni armoniche del R.I.O. (Rock In Opposition). Nell'area di Washinghton D.C., il fermento è piuttosto attivo da questo punto di vista, e va riconosciuto ai The Muffins un posto di assoluto rilievo. 

Quidam

Superati i momenti difficili del quinquennio 1988-1992, il new-prog si sta risollevando verso la metà degli anni '90: gli IQ sfornano l'ottimo Ever, i Pendragon hanno ormai consolidato una formula vincente, gli Arena inaugurano la moda che diverrà però deleteria dei "supergruppi" (se tali si possono chiamare…) e nuove realtà si affacciano ovunque. Uno dei terreni più fertili sembra essere quello della Polonia, visto che in tale nazione iniziano a fiorire gruppi che rispondono ai nomi di Collage, Abraxas, Lizard, Albion, pronti a recepire gli insegnamenti sinfonici sia dei seventies che della decade successiva. Un gruppo più di ogni altro riesce a sorprendere per l'amalgama sonora che è capace di creare, grazie a linee melodiche di grande splendore e ad una soave voce femminile che seduce facilmente. Sto parlando dei Quidam, band che non scopre nulla di nuovo, ma che riesce ad ammaliare grazie a trame e sonorità costruite con estremo gusto.

Camel

Spesso considerati, ingiustamente, un gruppo di seconda schiera rispetto alle superstar del progressive degli anni '70 (forse perché hanno avuto un successo commerciale inferiore?), i Camel sono in realtà una delle stelle più fulgide del firmamento prog, grazie ad una discografia di qualità elevatissima e alla loro musica romantica che in oltre 30 anni ha stregato moltissimi appassionati e generato un buon numero di proseliti. Infatti, la proposta del gruppo si avvale di tutte quelle caratteristiche che attraggono gli amanti del rock sinfonico, con brani spesso di lunga durata (a volte legati l'uno all'altro quasi in forma di suite), ampissimi momenti strumentali, in cui i musicisti fanno valere le loro qualità, ed un grande romanticismo di fondo. L'abilità chitarristica di Andy Latimer, deus ex machina della band e padrone di uno stile impeccabile, unita a timbriche assolutamente affascinanti, sarà presa come modello da numerosissimi artisti (specie nel new-prog), che cercheranno di imitare nei loro dischi l'eleganza di questo straordinario musicista.