50 anni di The Rotters' Club degli Hatfield and the North

Se dopo mezzo secolo ancora lo si ascolta, lo si ama e se ne parla come di un capolavoro, di quella scena musicale definita "Scuola di Canterbury", le motivazioni sono ben note agli appassionati e probabilmente non c'è molto da aggiungere.

Ma il 50° anniversario di The Rotters' Club degli Hatfield and the North, con tale premessa, va onorato e sottolineato perchè quest'opera merita di essere portata nelle scuole, nei conservatori e più in generale nelle occasioni in cui si parla di musica ad esempio per le generazioni future. (Esagerazione, vabbè!) 

Parliamo quindi della recente ristampa in doppio LP, di un tributo realizzato da Sinclair and the South e di un libro dedicato agli Hatfield e dintorni, ma prima ricordiamo qualche curiosità.

The Rotters' Club esce nel 1975 ed il titolo si ispira ad una sorta di "associazione di buontemponi" caldeggiata dal batterista della band Pip Pyle, insieme al road manager e musicisti anche di altre band, il cui intento era quello di fare scherzi folli tra loro con l'unica regola di non prendersela a male e di poter rispondere per le rime! Insomma, si divertivano!!!

Invero, segni inequivocabili della verve burlesca di un pò tutti i componenti della band si rivelano anche nei credits dove, tra gli altri, citiamo Mrs. Adams addetta al tè ed ai panini alla pancetta, Heinz and the Tornados (!?) per l'ispirazione musicale e John Purdy addetto alla registrazione, procedura di cancellazione in blocco e pompiere. Divertitevi a scoprire gli altri!

Altra ghiotta curiosità e la propensione all'anagramma dei titoli dei brani, per cui dal vivo venivano presentati sconcertando il pubblico presente. Qui ne troviamo l'esempio nella quarta facciata, dove Oh, len's nature non è altro che l'originaria Nan true's hole,  in altre occasioni proposta come  Ethanol Nurse.  

Alla sua uscita il disco ebbe valutazioni discordanti da parte della critica specializzata, il che non manco di farlo apparire brevemente nelle classifiche di vendite inglesi. Ed infatti non era tutto rose e fiori, anzi, i problemi c'erano e pure seri. Principalmente l'incapacità di produrre reddito, le difficoltà economiche erano pressanti soprattuto per Sinclair che aveva una famiglia da mantenere e la  casa discografica  non li supportava adeguatamente. Inoltre il bassista/cantante aveva mal digerito la direzione prettamente strumentale intrapresa con il secondo disco, procurando insanabili tensioni interne tra i musicisti.

Insomma, gli Hatfield comprendono che non riusciranno a vivere degnamente con quella musica e quindi il gruppo si sfalda, almeno fino ad una prima fugace reunion nel 1990 ed una successiva più duratura nel 2005. Però bisogna ricordare che nasceranno i favolosi National Health...

Tanto ci sarebbe ancora da raccontare, le storie che accompagnano a vario titolo i gruppi dei favolosi (musicalmente) anni '70 sono molteplici ed interessanti e, grazie a studiosi ed appassionati, vengono riportate alla luce in articoli e libri tra cui, in questo contesto, si consiglia di approfondire la storia di H&tN trasmutati in NH con "A Nord di Londra" di Enrico Fontana edito da Arcana.

Dunque nuova ristampa per The Rotters' Club, la prima volta in doppio Long Playing, curata dalla Music on Vinyl nota per i suoi prodotti di buona qualità. Un adesivo sulla busta esterna ci informa della edizione per il 50°, espansa con brani originariamente pubblicati sulla compilation "Afters" del 1980, include un inserto ed i vinili sono definiti dal peso di 180 grammi in qualità audiofila. 

La copertina è mono facciata come in origine, le inner sleeve di carta bianca con la velina elettrostatica interna, l'inserto riporta la foto dei musicisti già presente nel booklet della pubblicazione su CD del 1992 ed il retrocopertina con la diversità da questa per la  "lista dei ringraziamenti". 

La prima  differenza con l'originale edizione (italiana) del 1975 si rivela appena estratto un disco dalla copertina, la label centrale è quella generica della Virgin in colore rosso/verde e non quella (bella) rappresentante la donna col doppio viso ed il drago rosso. 

I brani rispettano la sequenza originaria, si riducono a cinque sul primo lato, a tre sul secondo lato e quindi la suite Mumps può comodamente occupare l'intero terzo lato. Il quarto lato ospita i brani indicati dal 10 al 14 sul citato LP "Afters". Ciò comporta solchi audio più larghi che dovrebbero apportare benefici all'ascolto, però va sottolineato che non vi è alcuna nota relativa al tipo di rimasterizzazione, rimissaggio oppure origine dai nastri originali. Se dichiari "Audiophile" queste informazioni dovrebbero essere obbligatorie!

Comunque, pare lecito pensare all'utilizzo del master digitale realizzato in occasione della prima edizione  su Compact Disc, riportante gli esatti quattordici brani presenti su questa ristampa. Sostanzialmente non si notano particolari differenze all'ascolto, il vinile è silenzioso e privo di "toc", perfettamente piano ed il peso supera i 180 grammi dichiarati. 

La considerazione finale su questa (meritoria) operazione non è del tutto positiva. Innanzitutto sarebbe stata preferibile una copertina gatefold, così proposta da la sensazione di aver voluto assolutamente andare al risparmio. Poteva essere riproposta la label Virgin originaria, quella  fumettistica e particolare. Probabilmente nient'altro si sarebbe potuto modificare o aggiungere. Di certo questa edizione si rivolge al completista che però avrebbe apprezzato una cura migliore, anche perchè l'opera viene frammentata su tre facciate ed è molto più comodo l'ascolto su CD che permette il "continuum" voluto in origine.

Concludiamo con l'omaggio a The Rotters' Club da parte di Sinclair and the South, proposto per pochi euro in formato digitale sulla pagina bandcamp di Richard. Partiamo dalla cover scelta, uno scatto scartato dalla sessione fotografica per la copertina del disco originale, con la splendida modella Joan Crawford il cui splendido sorriso illumina questo 50° anniversario.

Si tratta di una collezione di brani riproposti da vari musicisti fan da tutte le parti del mondo, risuonati secondo la propria sensibilità artistica. Un tributo quindi, la maggior parte dei nomi non dirà molto a parte (forse) il gruppo  The Tangent, e dal quale evidenziamo il brano Underdub suonato durante il Phil Miller memorial.

Questo tipo di operazione,  le tribute bands o i progetti tributo, instillano naturalmente perplessità, per il porsi a paragone con le edizioni originali ed esponendosi anche a facili valutazioni. 

In questa sede si è scelto di recensire alcunchè, per cui alcun giudizio verrà espresso sulla musica ivi contenuta, ma per i buoni propositi e la genuinità  di questa iniziativa si invita a sostenerla: con un modesto contributo potrete togliervi la curiosità di ascoltare le interpretazioni dei brani di un disco ineguagliabile!

P.S. Intanto, in Giappone, viene pubblicato in sole 500 copie un cofanetto di 5 contenenti le registrazioni live dell'ultima incarnazione degli Hatfield... sarà difficile averlo... spese esagerate ed incognite sulle spedizioni scoraggiano... questa è inconsapevole crudeltà verso i fan senza gli occhi a mandorla. 

Geppo
Dicembre 2025 

 

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