Brani:

1-La revolution bourgeoise (parte 1); 2-Le mistificazioni dell'ombra; 3-Maschera di cera; 4-Sei lacrime d'ambra; 5-Il treno di Obuda; 6-La revolution bourgeoise (parte 2)

Formazione:

Andrea Alberici: canto e cori; Gianluca Avanzati: basso e stick bass; Giampiero Maccabiani: chitarre e mandolino; Daniele Manerba: tastiere e cori; Gustavo Pasini: batteria, percussioni e voci

Arrangiamenti e produzione artistica: Notabene
Anno: 2007, Mellow Records - Durata: 63:32

Alla base della proposta dei Notabene c'è il prog italiano più classico, quello del Banco, quello un po' più “oscuro” di Metamorfosi e Balletto di Bronzo, ma c'è anche la capacità di esporre questo passato con contaminazioni ed intuizioni varie un po' come hanno fatto Finisterre e A Piedi Nudi in epoca più recente.

I Notabene, in pratica, si rifanno agli anni '70 con tanta passione e non con uno spirito meramente emulativo e, dopo un già apprezzato esordio, giunge il momento del secondo cd, che conferma e migliora la loro proposta piena di qualità positive. Nonostante qualche cambiamento in organico, che ha comportato l'esclusione dei suoni del flauto, del violino e della tromba, le sonorità e lo stile rimangono le stesse e per oltre un'ora siamo immersi da un rock sinfonico italianissimo, cantato bene in madrelingua (tranne una breve parte in Il treno di Obuda, in cui la pronuncia inglese non è delle migliori), con testi alquanto cupi, sound vintage e che vede come punto di forza principale gli intrecci strumentali. Le composizioni sono abbastanza lunghe, ma costruite con intelligenza ed eseguite benissimo da musicisti che possono sbizzarrirsi, facendo incrociare con talento i loro strumenti. Alcuni passaggi nelle due parti de La revolution bourgeoise e in Il treno di Obuda ci fanno ascoltare come la chitarra elettrica e le tastiere sanno fondersi l'una nell'altra, o sanno indirizzare la musica dei Notabene attraverso soluzioni decisamente brillanti. Ciò avviene con momenti solistici e riff eseguiti in maniera impeccabile: spesso spingendo con personalità verso sinfonismi d'effetto, ma senza disdegnare incursioni verso un sound più duro o verso contaminazioni jazzistiche (specie quando viene utilizzato il piano). Forse in alcune occasioni si denota qualche lungaggine di troppo, ma il gruppo ha realizzato un grande album e per me ha già fatto il salto da promessa a realtà importantissima del prog italiano. Fosse uscito dieci anni fa forse in molti griderebbero al capolavoro, così com'è, considerando l'anno di uscita e nonostante qualche piccolissima imperfezione, Sei lacrime d'ambra risulta un cd infinitamente bello, che merita il supporto di tutti!

Peppe
Maggio 2007