Brani:

1-Agartha; 2-Mental hygiene; 3-My own shelter; 4-SPQA; 5-Belly botton; 6-7-Suite: On the wings - Unsaid; 8-Bourgeois

Formazione:

Guitars & vocals: Claudio Mirone Roecker; drums: Marco Castaldo; basso on 1, 2, 3, 4, 7, 8: Aldo Ruggiero; keyboards on 2, 5, 6, 7, 8: Carlo Castellano; keyboards on 1, 3, 4: Giovanni Gregorio; bass on 5, 6: Roberto Cantoni

Anno: 2006, Ma.Ra.Cash - Durata: 46:25

Una bella sfida recensire questo disco… Come dev'essere stata una bella sfida per i Gecko's Tear realizzarlo… Una bella sfida perché questa band partenopea ha sfornato un lavoro eccellente con tanta personalità che, nonostante le influenze avvertibili, risulta davvero difficile inquadrarlo con precisione. E non vogliamo certo andare ad etichettare ciò che non è etichettabile! Una descrizione di cosa c'è in questo cd però ci vuole, non solo per darvi un'idea di cosa esso contiene, ma anche perché siamo di fronte ad una band che merita di essere conosciuta e di ricevere le meritate attenzioni.

Partiamo con un concetto molto semplice: Contradiction è splendido! Continuiamo cercando un po' quelle che sono le caratteristiche di base del lavoro (e comincia il difficile…) e diciamo che le prime cose che si avvertono sono un sound potente, con ritmiche sostenute ed una chitarra decisamente aggressiva. L'impatto, quindi, spinge decisamente verso il prog-metal. Ma in Contradiction c'è molto più del semplice prog-metal. Infatti, già solo la sei corde non viene utilizzata con appariscenti esibizionismi; la complessità delle sue note ricorda piuttosto le scale tortuose seguite dai King Crimson del periodo '73-'74. Le tastiere, poi, sono usate non tanto per intrecciarsi con gli altri strumenti, ma per creare una sorta di complementarietà alla chitarra e favorire il raggiungimento di una carica briosa e contagiante. A quest'energia già particolarmente forte sprigionata aggiungiamoci anche che il gruppo ci mette costantemente un calore mediterraneo che non viene mai meno, spinge spesso su una certa verve zappiana, prova intricati passaggi al limite del R.I.O moderno e sfiora, a tratti, un jazz-rock potentissimo (che a volte riprende gli insegnamenti degli Area, altre volte si avvicina più alla fusion). A questo punto capiamo ancora di più che il prog-metal è solo uno degli elementi di questo composto affascinante che arriva alle nostre orecchie. Veniamo, poi, ad un altro elemento fondamentale: il cantato! Espressivo, a volte un po' teatrale, eppure caldissimo, adattissimo ai testi in inglese (pronuncia più che accettabile), con cui i Gecko's Tear non esitano a lanciare messaggi di denuncia.
Le composizioni sono il risultato di tutte queste caratteristiche combinate assieme e finiscono col mostrare pienamente un'esuberanza affascinante con i saliscendi continui, tra accelerazioni, stacchi improvvisi, soluzioni inaspettate e tanto altro… Tutto ciò potrebbe far pensare ad una mancanza di linearità, ma bisogna invece dire che si tratta di un caso in cui si punta ad una contaminazione totale, favorita dal talento esecutivo della band. Infatti, tecnicamente il livello è alto, ma i musicisti non si perdono mai nell'autoindulgenza e/o in acrobazie fini a sé stesse.
Una marea di qualità positive in questo lavoro da assimilare pian piano, che può apparire ostico al primo impatto per come è strutturato, ma se si supera questa che è appunto una semplice apparenza e ci si lascia trasportare nei labirinti sonori creati dai Gecko's Tear, il coinvolgimento, il piacere d'ascolto e l'ammirazione cresceranno in maniera esponenziale.

Peppe
Maggio 2007