| Brani: | |
1-Colonna sonora; 2-heroes…; 3-… temporis; 4-Intus; 5-Finchè; 6-Pensieri; 7-Tertia vigilia, 8-Mai più; 9-Desertanima; 10-Vorrei; 11-Come un falco; 12-Uritur; 13-Sai cos'è; 14-Immenso; 15-Fortis; 16-Senza respiro; 17-Outro; 18-CS instrumental | |
| Formazione: | |
Giancarlo
Trotta e Luca Contegiacomo: pianoforti, tastiere, moog, fx,
programmazioni; Francesco Napoletano e Ivana Giugliano: voci soliste;
Marco Sfogli: chitarre elettriche, acustiche, classiche, 12 corde; Randy
Coven: basso; Roberto D'Aquino: basso, stick bass; John Macaluso:
batteria, percussioni; Simone Gianlorenzi: chitarra acustica in 13;
Matteo Salsano: voce fuori campo. | |
| Prodotto da: Giancarlo Trotta e Luca Contegiacomo Anno: 2007, autoproduzione - Durata: 63:41 |
Giancarlo Trotta e Luca Contegiacomo. Due nomi nuovi. Due nomi che stanno facendo parlare con la sigla Magni Animi Viri. Due nomi che si affacciano nel panorama discografico italiano con un debut-album curato con una professionalità che ha dell'incredibile. Due tastieristi provenienti da estrazioni diverse (classica il primo, rock il secondo) e che puntano su un'opera alla cui base c'è il concept curato dal professore universitario Pietro Ruggiero.
Il tema dell'opera è rappresentato da una sorta di viaggio onirico che porta ad un'evoluzione. Il protagonista incontra in sogno vari personaggi che lo spingono a riflettere sulla propria vita, sul mondo che lo circonda, sui suoi sogni e sentimenti, fino alla conclusione in cui avviene la decisione di cambiare.Per questo lavoro i due musicisti provenienti da Battipaglia, nel salernitano, mettono insieme un dispiegamento di forze eccezionale. Ci sono innanzitutto le loro idee musicali, sia a livello di composizione che di esecuzione, con pianoforti e tastiere varie. Per svilupparle si avvalgono di collaboratori di tutto rispetto. Marco Sfogli alle chitarre (collaboratore di James LaBrie), Randy Coven (reduce dalle esperienze con Steve Morse) e Roberto D'Aquino al basso, John Macaluso alla batteria e alle percussioni (tra gli altri ha suonato con Yngwie Malmsteen, Ark e George Lynch). Poi ci sono le voci: il tenore Francesco Napoletano e la cantante Ivana Gugliano, senza dimenticare la narrazione fuori campo di Matteo Salsano. Last but not least la Bulgarian Symphony Orchestra, che in ambito prog ha fatto parlare per la sua presenza al fianco della PFM in Dracula.
In Heroes temporis ogni minimo dettaglio è curato minuziosamente e nulla, assolutamente nulla, è lasciato al caso. Il concept e i testi, la stesura delle musiche, la loro esecuzione, le parti cantate e quelle narrate, la registrazione, la produzione, l'artwork. Potremmo soffermarci sull'incredibile pulizia sonora (probabilmente il punto più forte dell'album), sull'eleganza del digipack e del patinato libretto di trentadue pagine, ma rischieremo veramente di non finire più la recensione, quindi direi che è il caso di concentrarci un po' più approfonditamente sulla musica.
E qui abbiamo di fronte una proposta abbastanza magniloquente che segue certi canoni delle opere rock in cui orchestra e gruppo uniscono le forze: le atmosfere musicali variano a seconda dello sviluppo del tema concettuale, cosicché non si ha una linea guida stabile, ma variazioni umorali, ritmiche e stilistiche continue. I momenti più ispirati sembrano proprio quelli in cui avviene un certo tipo di contaminazione, quando orchestra e gruppo rock vanno di pari passo, quando gli strumenti si intrecciano e si scambiano i ruoli alla guida, quando l'energia dà il massimo del calore. Meno convincenti quei frangenti (pochi) in cui i MAV sembrano quasi voler puntare al facile ascolto, alla melodia italiana canticchiabile. Ma vogliamo dare un'idea un po' più precisa di che note fuoriescono da questo cd, magari con qualche paragone? Gli Ayreon dei primi lavori, il Wakeman più altisonante, il Notre-Dame di Cocciante, il Dracula della PFM, la melodia mediterranea, sferzate senza esagerazioni in direzione del metal più epico. Ecco cosa troverete in Heroes Temporis. Un insieme di varie influenze che a volte si fondono e a volte vengono a galla individualmente. La combinazione di suoni e la ricchezza timbrica, grazie alla scrupolosa cura della produzione, sono l'elemento portante del lavoro. C'è il grande dispiegamento tastieristico che a volte spinge verso soluzioni classicheggianti, altre volte verso canoni rock. Macaluso alla batteria pesta abbinando classe e potenza, il basso gli corre dietro alla grande, le chitarre intervengono con raffinatezza e l'orchestra si inserisce a rifinire e accompagnare alla perfezione senza mai risultare troppo invadente.
Riassumendo: arrangiamenti sfarzosi e affascinanti, timbri limpidissimi e multicolori, ma anche situazioni in cui si sconfina nel kitsch e/o nelle melodie troppo melense.
Non si potrà parlare di originalità e l'aver ragionato per quattro anni su ogni piccolo dettaglio può far pensare che si è badato troppo alla forma (disco preparato troppo “a tavolino”, come si suol dire), perdendo forse un po' di sana spontaneità, ma quello che fa la differenza in questa occasione è proprio la professionalità del tutto. Il prog è solo una delle varie componenti di questo progetto che volenti o nolenti è destinato a far parlare di sè; un progetto in cui colpi di genio non ce ne sono, ma nemmeno cadute che precludono quella che è invece una qualità finale abbastanza elevata. Offrire una chance ai Magni Animi Viri è un consiglio che non esito a dare, visto che hanno puntato su una proposta che può attirare senza problemi. A voi e ai vostri gusti decidere se seguirlo o meno.
Peppe
Maggio 2007
Nessun commento:
Posta un commento