| | Brani: |
1-L'arbre-cimetière partie 1; 2-Tristes cités; 3-A la recherche du passé; 4-Bal des pendus; 5-La convocation; 6-L'ouverture du procès; 7-Le pouvoir des mots; 8-Les nouveaux mondes; 9-Simples physiciens; 10-Ainsi soit-elle; 11-La sentence; 12-L'arbre-cimetière partie 2 | |
| Formazione: | |
| Christophe Bellieres: chant, choeurs, guitare électrique et acoustique, claviers, programmation; Jean Christophe Rouanet: guitare électrique, acoustique et classique, choeurs; Stéphane Descamp: bass, chant, choeurs; Silvain Goillot: batterie | |
| Prodotto da: Maldoror Anno: 2004, autoproduzione - Durata: 65:11 |
La teatralità del progressive francese è nota e rinomata e i Maldoror provano a farla rivivere al meglio esordendo con un concept-album in tre atti che li lancia ottimamente tra le migliori speranze del rock sinfonico dell'Esagono. Da anni in attività e con un repertorio alle spalle basato su cover di importanti band del passato e su una manciata di esibizioni live partite già nella seconda metà del decennio scorso, i quattro musicisti di questo gruppo giungono già maturi alla prova d'esordio e si sente!
Questo lavoro è infatti impregnato di trenta e passa anni di tradizione prog rielaborata comunque con piglio moderno, evidenziato soprattutto da una pulizia sonora davvero notevole. Il quartetto va ad esibirsi, è vero, in un sound che è molto sfruttato in questi ambiti e che è conosciuto a menadito, ma lo fa benissimo e gioca abilmente le sue carte. Da subito siamo catapultati in un turbinio di suoni sinfonici, barocchi e romantici, che, uniti ad una certa veemenza più tipica del new-prog, ci accompagneranno per oltre un'ora. Grande cura anche per l'aspetto timbrico: si alternano momenti orchestrali creati dalle tastiere e situazioni più tipicamente rock, specie quando la sei corde si fa aggressiva; ovviamente, non si disdegnano passaggi che portano da situazioni elettriche ad altre più acustiche. Buona anche la prestazione vocale, in madrelingua, che, come spesso accade in questi casi, spinge ulteriormente verso l'aspetto teatrale della proposta. E se ancora non avete capito in che ambito sonoro ci muoviamo, indichiamo qualche nome come termine di paragone: Ange, Genesis, Mona Lisa, Atoll, Minimum Vital, Versailles, King Crimson… Vi basta? A volte si può andare sul sicuro nell'acquisto di un album, quando si cercano sonorità abbastanza precise, che si rifanno ad un certo passato e a certi artisti ben precisi; è certamente questo il caso di L'arbre-cimetière, destinato a chi vuol assaporare una musica dedita al più classico prog sinfonico transalpino.Peppe
novembre 2005
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