| | Brani: |
1-From hello to goodbye; 2-Still waiting, still wanting; 3-Studies in heartbreak; 4-The end of a life; 5-Failures of the soul; 6-Hourglass fortune; 7-Love's futile fumblings | |
| Formazione: | |
Steven McCabe: electric and acoustic guitars, keyboards, samples, effects; Christopher Knight: drums, marimba, vibraphone, percussion, handclaps | |
| Prodotto da: Steven McCabe Anno: 2005, Proximity Records - Durata: 53:50 |
Steven McCabe è, evidentemente, uno di quei musicisti instancabili che proprio non riesce a stare un attimo lontano dalla sua arte. Lo dimostra la frequenza con cui mette in circolazione nuovi cd del suo progetto Elegant Simplicity.
Un progetto che, come abbiamo già scritto su queste stesse pagine, è già espresso in tutta la sua efficacia in questo nome, in cui sono accostate eleganza e semplicità. Un progetto portato avanti comunque con passione e sensibilità, manifestate con una raffinatezza formale che non va mai sopra le righe, che dimostra soprattutto una sana voglia di suonare e di divulgare il proprio credo musicale. Un progetto che, nonostante l'aspetto quantitativo, presenta anche una dato qualitativo molto importante, visto che gli album di McCabe si assestano sempre su valori ben più che accettabili. E Studies in heartbreak non fa eccezione. Si tratta, infatti, dell'ennesimo cd che non delude le aspettative, lavoro dal quale l'ascoltatore già sa cosa aspettarsi, non chiedendo nulla di diverso da quello che arriva alle sue orecchie e al suo animo. McCabe fa quasi tutto da solo; compone e fa interagire chitarre e tastiere senza esagerare con la teconologia. L'unica altra persona coinvolta è Christopher Knight, impegnato con vari strumenti a percussione e perfetto compagno d'avventura per la mente principale degli Elegant Simplicity, da cui nascono partiture non complesse eppure efficacissime per chi ama il prog. La linearità con cui si sviluppano i temi musicali in questo disco è indice di grande maturità. Non ci sarà nulla di nuovo, è vero; nel rock romantico dei seventies e nel new-prog simili formule sono state già adottate con successo, ma McCabe è riuscito a farle sue, ad elaborarle nel migliore dei modi, per far sì che anche in un simile contesto non si cada negli eccessi del “già sentito”. Breve o lunga distanza, per questo musicista non fa grossa differenza: ottiene risultati validissimi sia nei brani di pochi minuti (vedi la delicata introduzione di From hello to goodbye, o Still waiting, still wanting e The end of a life), che in quelli che si avvicinano al quarto d'ora (la title-track e Failures of the soul). In cinquantaquattro minuti strumentali, McCabe non solo riesce a non annoiare, ma sa anche mantenere la musica appassionante ed estremamente gradevole. E non mi sembra poco…Peppe
novembre 2005
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