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Brani: |
| 1) History Of The World 12:13; 2) Poitiers 8:25; 3) Souvenir 3:57; 4) One Camel In Alaska 4:14; 5) Open Space 8:03 | |
| Formazione: | |
| D.Reskin (flute), J.Starrett (bass), P.Carter (drums),G.Keith (sax) and Al Basim(electro-acoustic guitar) | |
| 1979, Autoproduzione |
Storia o Leggenda? a voi decidere...
Il chitarrista iracheno Al Basim registra in USA un album di musica progressiva, con molto flauto e influenze medio-orientali. Se ne producono 500 copie ma solo poche vengono vendute. Così l'artista decide di tornare a casa, nella sua patria, con l'originale. In Iran, però, è stato appena cacciato via lo Scià di Persia e al potere si sono instaurati gli integralisti islamici; il fatto che l'album sia stato registrato negli Stati Uniti, la terra del grande Satana, con musicisti ebrei, porta alla cattura del giovane musicista e quindi alla pena capitale!
Nato a Baghad, Basim Al Hashimi crea il suo primo gruppo musicale nel 1969 al Al Adhamiah Youth Centre. La passione per la chitarra viene ascoltando un famosissimo chitarrista iracheno, Ilham Al Madfi, che è stato anche uno dei musicisti dello studio di Paul McCartney. Nel 1978 parte per gli Stati Uniti per registrare e produrre il suo primo LP, intitolato Revival. Questo disco progressive col tempo diventa rarissimo al punto che il famoso libro di Hans Pokora 3001 Record Collector Dreams gli assegna 4 stellette. Nel 1997 va in Francia dove entra a far parte dei Gypsy Kings che lo incoraggiano a tornare alla musica e registra anche un secondo album. Si vocifera che da tempo sia pronta una nuova edizione di Revival con alcuni pezzi scritti negli ultimi anni, ma per il momento non se n'è fatto nulla. Ad ogni modo Al Basim è ancora vivo e gode di ottima salute e dal suo sito è ancora possibile acquistare la ristampa (bootleg) in cd dell'album originale.
La risposta alla domanda iniziale sembra abbastanza scontata, però fino a qualche anno fa girava solamente la prima versione e solamente di recente si è scoperta la verità, ma adesso è ora di parlare solamente della musica che c'è in questo album.
Il disco è caratterizzato un progressive molto leggero e forse un po ingenuo, senza troppe pretese, con tinte non troppo marcate di musica araba e qualche riferimento canteburiano. Ma è proprio la semplicità e la sincerità della musica a farlo arrivare dritto all'ascoltatore, inoltre quell'odore di Oriente che trasuda non fa che aumentarne il fascino.
La musica di Al Basim rimane comunque molto più occidentale, caratterizzata da un forte dialogo tra chitarra e flauto e qualche spunto jazz; tutte le tracce seguono più o meno lo stesso percorso musicale, tranne l'ultima, caratterizzata da influenze free jazz e un sax in bella presenza.
Non stiamo parlando certo di un capolavoro o di uno dei migliori 20 dischi prog di sempre, come ha sparato qualche critico progressive, ma di un disco fatto con il cuore e con l'anima, senza troppa retorica o ruffianeria.
Il chitarrista iracheno Al Basim registra in USA un album di musica progressiva, con molto flauto e influenze medio-orientali. Se ne producono 500 copie ma solo poche vengono vendute. Così l'artista decide di tornare a casa, nella sua patria, con l'originale. In Iran, però, è stato appena cacciato via lo Scià di Persia e al potere si sono instaurati gli integralisti islamici; il fatto che l'album sia stato registrato negli Stati Uniti, la terra del grande Satana, con musicisti ebrei, porta alla cattura del giovane musicista e quindi alla pena capitale!
Nato a Baghad, Basim Al Hashimi crea il suo primo gruppo musicale nel 1969 al Al Adhamiah Youth Centre. La passione per la chitarra viene ascoltando un famosissimo chitarrista iracheno, Ilham Al Madfi, che è stato anche uno dei musicisti dello studio di Paul McCartney. Nel 1978 parte per gli Stati Uniti per registrare e produrre il suo primo LP, intitolato Revival. Questo disco progressive col tempo diventa rarissimo al punto che il famoso libro di Hans Pokora 3001 Record Collector Dreams gli assegna 4 stellette. Nel 1997 va in Francia dove entra a far parte dei Gypsy Kings che lo incoraggiano a tornare alla musica e registra anche un secondo album. Si vocifera che da tempo sia pronta una nuova edizione di Revival con alcuni pezzi scritti negli ultimi anni, ma per il momento non se n'è fatto nulla. Ad ogni modo Al Basim è ancora vivo e gode di ottima salute e dal suo sito è ancora possibile acquistare la ristampa (bootleg) in cd dell'album originale.
La risposta alla domanda iniziale sembra abbastanza scontata, però fino a qualche anno fa girava solamente la prima versione e solamente di recente si è scoperta la verità, ma adesso è ora di parlare solamente della musica che c'è in questo album.
Il disco è caratterizzato un progressive molto leggero e forse un po ingenuo, senza troppe pretese, con tinte non troppo marcate di musica araba e qualche riferimento canteburiano. Ma è proprio la semplicità e la sincerità della musica a farlo arrivare dritto all'ascoltatore, inoltre quell'odore di Oriente che trasuda non fa che aumentarne il fascino.
La musica di Al Basim rimane comunque molto più occidentale, caratterizzata da un forte dialogo tra chitarra e flauto e qualche spunto jazz; tutte le tracce seguono più o meno lo stesso percorso musicale, tranne l'ultima, caratterizzata da influenze free jazz e un sax in bella presenza.
Non stiamo parlando certo di un capolavoro o di uno dei migliori 20 dischi prog di sempre, come ha sparato qualche critico progressive, ma di un disco fatto con il cuore e con l'anima, senza troppa retorica o ruffianeria.
Francesco Inglima
dicembre 2010
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