Brani:
1-Cold day; 2-Obsessional soul; 3-Narcotic swaging; 4-Aloofness; 5-L. August; 6-Tripping man (I-Schizoid child; II-Dear people; III-Light of heaven).
Formazione:
Antony Graham Milner: vocals; Ignazio Serventi: acoustic, classic, electric & 12 string guitars; Alessandro Buzzi: drums and percussion; Giampaolo Piras: bass; Enrico Ghezzi: piano, minimoog, tapeloops, sampler.
1999, Mellow Records
Durata totale: 55:03
  
Ad oltre dieci anni di distanza dalla sua uscita, proviamo a riscoprire e, magari, far scoprire ai più distratti questo gioiello del progressive italiano post anni '70. So linger è, infatti, uno degli album più belli del vasto catalogo edito dalla Mellow Records, ma non ha mai ricevuto le attenzioni che avrebbe meritato. Il disco si sviluppa attraverso sei composizioni eteree, dai toni molto riflessivi, che si riallacciano a sonorità vicine allo space-rock, ai corrieri cosmici tedeschi, sfiorando la new-age ed avvicinandosi anche a quel post-rock che cominciava a farsi notare alla fine dei nineties. Melodie indolenti, tappeti tastieristici ipnotici, arpeggi di chitarra delicati e ritmi compassati sono le caratteristiche che permeano So linger e che lo rendono così unico, così inclassificabile, così pieno di intuizioni. Anche quando si punta sulle chitarre elettriche, come in Obsessional soul, si avverte sempre una vena elegiaca, in parte discendente dalle visioni dei Pink Floyd di Echoes. In altre situazioni, si può persino intravedere un'anticipazione di quanto stavano per fare i Sigur Ros con Agaetis Byrjun, come si può notare chiaramente in Narcotic Swaging, una sorta di lenta sinfonia dalle atmosfere incantate e malinconiche.
Se si entra in sintonia con il sound bucolico e tranquillo proposto dai Dono Celeste, si rimane inevitabilmente intrappolati e si viene assaliti da magnifiche emozioni. Non certo adatto a chi cerca quel prog roboante fatto di innumerevoli cambi di tempo e di tastiere superclassicheggianti, nè a chi si esalta con le avanguardie legate al prog, So linger è un grandissimo album che dimostra come la seconda metà degli anni '90 abbia visto in Italia il sorgere di svariate formazioni che provavano ad andare oltre certi cliché, ottenendo a volte, come in questo caso, risultati sorprendenti e meravigliosi.
 
Peppe
dicembre 2010