 | Brani: |
| 1-Beyond, within; 2-Behold, the ziddle; 3-Grace the skies; 4-At last we are; 5-If the stars; 6-If the Sun. | |
| Formazione: | |
| Fred
Schendel: keyboards, steel guitar, mandolin, backing vocals; Steve
Babb: bass guitar, keyboards, backing vocals; Jon Davison: lead vocals;
Alan Shikoh: guitars; with Randall Williams: drums. | |
| Prodotto da Steve Babb & Fred Schendel 2010, Arion Records - durata totale: 66:47 |
Da oltre quindici anni i Glass Hammer
continuano con una certa puntualità a sfornare album che diventano un
appuntamento imperdibile per gli appassionati di rock sinfonico moderno.
Dagli esordi caratterizzati da un romanticismo quasi cameliano, sono passati via via verso un sound sempre più vicino a quello degli Yes, non disdegnando un'estravaganza come The Middle Earth album e, più di recente, tentativi di proporre un progressive più diretto e vicino alla forma canzone.
Con questo nuovo lavoro, intitolato If, le coordinate su cui si muove l'entità capitanata dal duo Fred Schendel-Steve Babb si fanno precisissime: assoldato il cantante Jon Davison, il punto di riferimento diventano in maniera assoluta gli Yes. Basta pochissimo per rendersene conto, il tempo di ascoltare gli intrecci strumentali con cui inizia l'opoener Beyond, within, ma soprattutto l'entrata del nuovo vocalist che dopo un minuto e mezzo circa fa sentire il suo timbro che riporta immediatamente alla mente Jon Anderson. E così ci ritroviamo di fronte ad una serie di composizioni che riesumano nel migliore dei modi l'arte degli Yes del periodo d'oro, con un rock sinfonico proposto con gusto e abilità, pieno di variazioni ritmiche, con il basso à la Squire spesso in evidenza, con continui solos mozzafiato di chitarra e tastiere e con melodie di classe che faranno la felicità di chi ama queste caratteristiche. La suite finale If the Sun offre un compendio di ventiquattro minuti di questo tipo di sonorità, rappresentando l'apoteosi dei Glass Hammer travestiti da Yes.
Sicuramente un disco clone, ma altrettanto sicuramente uno di quelli fatti dannatamente bene.
Con questo nuovo lavoro, intitolato If, le coordinate su cui si muove l'entità capitanata dal duo Fred Schendel-Steve Babb si fanno precisissime: assoldato il cantante Jon Davison, il punto di riferimento diventano in maniera assoluta gli Yes. Basta pochissimo per rendersene conto, il tempo di ascoltare gli intrecci strumentali con cui inizia l'opoener Beyond, within, ma soprattutto l'entrata del nuovo vocalist che dopo un minuto e mezzo circa fa sentire il suo timbro che riporta immediatamente alla mente Jon Anderson. E così ci ritroviamo di fronte ad una serie di composizioni che riesumano nel migliore dei modi l'arte degli Yes del periodo d'oro, con un rock sinfonico proposto con gusto e abilità, pieno di variazioni ritmiche, con il basso à la Squire spesso in evidenza, con continui solos mozzafiato di chitarra e tastiere e con melodie di classe che faranno la felicità di chi ama queste caratteristiche. La suite finale If the Sun offre un compendio di ventiquattro minuti di questo tipo di sonorità, rappresentando l'apoteosi dei Glass Hammer travestiti da Yes.
Sicuramente un disco clone, ma altrettanto sicuramente uno di quelli fatti dannatamente bene.
Peppe
dicembre 2010
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