| | Brani: |
| 1-Ginza;
2-1944; 3-Hiver; 4-Red submarine; 5-Maestrale; 6-Esperanto; 7-Es;
8-Mikumi; 9-Lay-p; 10-Room/10; 11-Obliquizione; 12-Tre juno. | |
| Formazione: | |
| Liir Bu Fer Nicola Debortoli - Marco Tuppo - Andrea Tumicelli. Featuring Antonella Bertini, Claudio Milano; Michele Bertone, Raffaello Regoli. Machines Loop machines, effects, noises, kalimbas, guitars, maccarunare and manipolations, laptop, Roland Sh2, Solina Voicefx, soundscape, contact mics, woofer, circuit bent instruments, piano, carillon, strings, harmonica, whistle. | |
| 2010, Zeit Interference - Durata totale: 59:32 |
La Lizard negli ultimi anni ha prestato una buona attenzione verso artisti che puntano su un prog d'avanguardia o sulla sperimentazione, dando anche uno sguardo attento all'attività di Marco Tuppo, che sta diventando un po' il prezzemolino dell'elettronica italiana. Dopo i lavori proposti con i Nema Niko, infatti, lo abbiamo trovato nelle collaborazioni con altre entità, dagli Sciarada ai Nichelodeon, passando per i Raven Sad e arrivando a questi Liir Bu Fer, trio formato insieme a Nicola Debortoli e Andrea Tumicelli.
Per lanciare il loro debutto la Lizard si è affidata alla sottoetichetta Zeit Interference, dedita appunto alla promozione di quegli album in cui è proprio l'elettronica a rivestire un ruolo fondamentale. I Liir Bu Fer riescono ad essere anche abbastanza estremi nel loro percorso e in tal senso toglie subito qualsiasi dubbio la breve Ginza, che apre il cd e che fa pensare al versante elettronico dei corrieri cosmici, anche se si conclude con curiosi esperimenti di canto. A seguire, una serie di brani ricchi di suoni frastagliati e sintetici, dissonanze, campionature, minimalismo, loops, trance ipnotiche, rumorismo, vocalizzi stravaganti. A volte si va avanti per fasce sonore giocate su poche note, creando quelle ambientazioni di cui erano maestri i Tangerine Dream e Klaus Schulze, a volte si ha l'impressione di ascoltare la sonorizzazione di un film o di uno spettacolo. Il tutto è proposto mantenendo sempre un'atmosfera pesante, oscura, che trasmette una certa inquietudine. Il risultato è molto intrigante, ma altrettanto ostico e non certo adatto a chi non è avvezzo all'elettronica. Siamo quindi al cospetto di un album cerebrale, freddo, difficile da seguire, spiazzante, abbastanza statico da un punto di vista ritmico, persino presuntuoso nel suo estremismo, che lascia uno spazio quasi nullo alla melodia . Per dirla in parole povere 3juno è destinato a pochi. Ma quei pochi saranno felici di ascoltarlo.Peppe
marzo 2011
marzo 2011
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