| | Brani: |
| 1-Eclissi
pt I (L'occhio e la maschera); 2-La maschera della visione; 3-Fantasia;
4-Nel nulla etereo soggiogato dall'ignoto la mente si espande;
5-Purpurea; 6-Foll(i)a; 7-Eclissi pt 2 (la genesi). | |
| Formazione: | |
| Raffaele
Crezzini: batteria, percussioni; Gabriele Marroni: chitarre; Filippo
Menconi: basso; Andrea Valerio: piano, lead synth; Diego Samo: tastiere,
synth. Hanno inoltre collaborato: Paolo Carelli: narrazione; Michele Sanchini: violoncello | |
| 2010, Lizard - Durata totale: 69:08 |
Per un qualsiasi appassionato di prog italiano, sapere che la voce narrante del mitico album dei Pholas Dactylus sarebbe stata presente sull'album d'esordio dei Labirinto di Specchi dev'essere stato uno stimolo non indifferente ad ascoltare questo lavoro. Certo, la collaborazione di Paolo Carelli
con questo promettentissimo gruppo rappresenta un ritorno davvero
stuzzicante, ma non è certo l'unico motivo di interesse che caratterizza
Hanblecheya.
Partiamo proprio da questo titolo. Hanblecheya è una parola derivante dalla cultura dei Sioux, con la quale viene indicata la cerimonia attraverso cui ci si spinge nella "ricerca di visione" che
porta l'individuo a intraprendere la sua strada. E' una sorta di
passaggio spirituale verso l'età adulta e si può dire che proprio questa
è la base su cui nasce il cd.
Da un punto di
vista prettamente musicale notiamo come siano presenti molteplici
sfaccettature e gli oltre otto minuti della prima traccia Eclissi pt I mostrano
di tutto: inizio d'atmosfera e con qualche tratto cameristico, a
seguire la voce narrante di Carelli spinge verso l'avanguardia e dopo ci
si sposta verso un raga psichedelico estatico, vera e propria danza
sciamanica, con percussioni spesso in bella mostra, che ben si collega
alla spiritualità cui abbiamo fatto cenno. Il brano successivo, La maschera della visione,
tra variazioni ritmiche e strappi continui, alterna sferzate hard-prog e
melodie stravaganti dal lontano sapore orientale, con i timbri spacey
del synth in evidenza e ancora con il fascino della recitazione di
Carelli che fa capolino anche in questa occasione. Con Fantasia,
invece, ci si avvicina quasi al rock sinfonico, con interessanti spunti
dettati da tastiere e violoncello, anche se le particolari dinamiche
prevedono momenti di atmosfera, puntate acustiche ed anche innesti non
distanti da frizzante world music, per poi avviarsi verso la conclusione
con la suggestiva voce di Carelli nella seconda metà del brano. A venir
fuori ne Nel nulla etereo... sono visioni oniriche floydiane, moderna psichedelica vicina ai primi Porcupine Tree, echi di Guru Guru,
dissonanze, suoni curiosi, chitarre acide, percussioni ossessive e a
tratti tribali e voce a declamare un testo surreale (l'unico scritto da
Carelli). I dieci miniuti di Purpurea sono molto spumeggianti,
con un bel rock vibrante ed elettrico, che viaggia spedito con una
chitarra graffiante in primo piano e che è condito dalle più disparate
contaminazioni. Insomma, il disco scorre via che è un piacere, è molto
coinvolgente e di carne al fuoco in questa prima parte appena descritta
ce n'è già tanta.
Eppure il meglio deve ancora venir fuori... Infatti, la meraviglia vera è Foll(i)a,
un vortice psichedelico di oltre 19 minuti, allucinato, trascinante,
caratterizzato da un rock spaziale cangiante, in cui gli strumenti
spingono un'inondazione sonora incessante di rara bellezza, che sembra
catapultare in mondi nuovi, attraverso un sound avvolgente,
accelerazioni, rallentamenti e crescendo strumentali favolosi. E' qui
che vengono messe in pratica al meglio le lezioni di Pink Floyd, Gong, Ozric Tentacles e anche quelle della scuola cosmica tedesca e del recente post-rock. La seconda parte di Eclissi porta
a termine il cd con un atmosfera lunatica ed un sound rarefatto, cui si
aggiunge la spinta tribale già proposta nel brano di apertura.
Hanblecheya è un album davvero sorprendente, visionario come potevano esserlo anche i Pholas Dactylus, ipnotico e incandescente come certe proposte di band psichedeliche e cosmiche, trascinante con le sue sferzate di vigoroso rock, imprevedibile con le sue contaminazioni. Vi sentite pronti per questo incredibile viaggio musicale?
Hanblecheya è un album davvero sorprendente, visionario come potevano esserlo anche i Pholas Dactylus, ipnotico e incandescente come certe proposte di band psichedeliche e cosmiche, trascinante con le sue sferzate di vigoroso rock, imprevedibile con le sue contaminazioni. Vi sentite pronti per questo incredibile viaggio musicale?
Peppe
marzo 2011
marzo 2011
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