Brani:
1-Corsa Elettronica; 2-Don Giovanni; 3-Save Your Soul; 4-Akery; 5-Polvere di Stelle; 6-Duellum; 7-My Enemy; 8-Veleno; 9-Orione; 10-Nostradamus
Formazione:
Luca Zabbini: keyboards, backing vocals; Luca Pancaldi: vocals; Giambattista Giorgi: electric and fretless bass; Giacomo Calabria: drums; Max Scarcia: guitars.
Guitars on track 7: Simone Sitti. Flute on track 4: Onelio Zabbini. Luca Zabbini plays guitars on tracks 4, 6, 8, 10.
2009, Mellow Records - Durata totale: 73:45
 
Non sono un grande amante dei gruppi sinfonici italiani moderni, poiché ritengo che la maggior parte di essi non operi altro che un terribile scimmiottamento pedissequo di stilemi e di sonorità che sono figlie di un passato (glorioso) ormai lontano, che credo che debbano rimanere inquadrati nella loro epoca. Oggi il progressive a mio avviso deve essere molto di più di un copia-incolla di cose già sentite tanti anni fa e per tanti anni. Certo, alcuni gruppi sinfonici classici odierni fanno una ottima opera di svecchiamento e di rivalutazione del genere, e ci sono anche vari esempi di gruppi che grazie alle loro capacità artistiche ancora tirano fuori lavori bellissimi in questo genere, come ad esempio Hostsonaten, o ancor di più La Maschera di Cera, giusto per fare un paio di nomi tra quelli che più mi aggradano. Questo lavoro dei Barock Project si discosta molto sia dai soprannominati, sia da tutta la schiera di peggiori emuli che non donano nulla di nuovo al panorama progressivo italico. E’ il secondo lavoro in studio del gruppo, prodotto da Mellow Records, e credo che si possa tranquillamente inquadrare come uno dei migliori dischi italiani degli ultimi anni. Un progressive di matrice decisamente emersoniana, ma con tanti inserti davvero originali, freschi, oserei dire quasi elettrizzanti. Si alternano pezzi barocchi di sinfonia classica  (come Don Giovanni, condito con solo di chitarra decisamente hard rock in cui il chitarrista Max Scarcia si diletta in avventure quasi à la Brian May), a ballate di rock elettrico molto accattivanti come Corsa Elettronica o Save Your Soul. Una appunto delle caratteristiche più notevoli dell’album è questa incredibile capacità del gruppo di Luca Zabbini (tastierista e compositore della maggior parte dei pezzi) di spaziare in una serie di avventure sonore davvero eterogenee. C’è spazio per pezzi abrasivi e decisamente heavy come la splendida My Enemy, per ballate rock  a mio avviso di presa addirittura commerciale, come Polvere di Stelle, fino a maestosi pezzi di sinfonico italiano doc, di matrice PFM - Maxophone - Le Orme, come i due picchi artistici del disco, Akery, la storia di una antica città che giace in rovina e nella perdizione, e l’apocalittica Nostradamus. Altra caratteristica non comune di questo gruppo è la possibilità di annoverare tra le sue fila un cantante, Luca Pancaldi, dalle capacità veramente notevoli (al primo pensiero credo che possa considerarsi quanto di meglio espresso in Italia negli ultimi dieci anni assieme ad Alessandro Corvaglia de La Maschera di Cera e a Luca Palleschi, ex Moongarden). Tutto il gruppo comunque è davvero preparato tecnicamente, l’intero album è suonato (e prodotto) davvero ottimamente. E’ un disco che prende, che consiglio vivamente a chi come me è cresciuto a pane, PFM e Emerson Lake and Palmer, ma che si è stancato di ascoltare le solite band derivative cloni di qualche grande dei tempi andati.

Roberto Veneziani
marzo 2011