| | Brani: |
| … Rattlin’ all the time 1-Tarabos; 2-Chloe and the pirates; 3-All white; 4-The man who waved at trains; 5-As if; 6-Hibou, Anemone and Bear; 7-Out-bloody-rageous; 8-Pig; 9- Esther’s nose job; 10-Slightly all the time. … before the Moon 11-Leonardo’s e-mail; 12-Moonvision; 13-Many Moons, many Junes. … after the Moon 14-Lunar impression; 15-Circular lines in the air; 16-Moon Geezers (to Elton & Hugh). | |
| Formazione: | |
| Beppe Crovella: mellotron, Wurlitzer E200 electric piano, Fender Rhodes Stage 73 electric piano, Hammond organ M102, Hohner electric piano, Hohner Clavinet D6, Rösler Grand Piano, Farfisa Professional. | |
| 2010, Moonjune Records - Durata totale: 77:03 |
“Una visione personale della musica di Mike Ratledge” è il sottotitolo di questo album, che è un sentito omaggio di un musicista navigato come Beppe Crovella ad un suo collega che ha scritto pagine fondamentali della storia del rock con i Soft Machine tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo. Nei suoi settantasette minuti, What’s Rattlin’ on the Moon
riesce a trasmettere al contempo passione e voglia di sperimentare. Si
avverte, infatti, da parte del tastierista italiano, la voglia di
comunicare quanto importante è stata la musica di Ratledge e,
contemporaneamente, l’impegno a non farne perdere lo spirito di ricerca
che da sempre la caratterizza. Il cd è idealmente suddiviso in tre
parti: la prima è composta dalle prime dieci tracce, che sono dei
riarrangiamenti di composizioni del musicista inglese; la seconda e la
terza, invece, sono invece caratterizzate da brani inediti di Crovella
(alcuni realizzati prima ed altri dopo essersi cimentato nella prima
parte), chiaramente ispirati e debitori dell’opera ratledgiana.
Un disco difficile, tra jazz lunatico, minimalismo, elettronica, ma
forse addirittura irrinunciabile per i seguaci della scena di
Canterbury; un lavoro “radicale” sotto diversi aspetti, per la libertà
interpretativa, ma anche per la scelta di utilizzare solo ed
esclusivamente tastiere ed una strumentazione che non vede traccia di
sintetizzatori e marchingegni digitali. L’esperienza e la classe di
Beppe Crovella sono in questa occasione messe al servizio di un tributo
molto particolare e i suoni sporchi, ma così caldi, di organi, piani
elettrici e mellotron ci accompagnano in questo viaggio musicale
fantasioso e sognante, verso un passato glorioso, alla riscoperta di
Mike Ratledge, personaggio che troppo presto ha deciso di allontanarsi
dalle scene…
Peppe
ottobre 2010
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