Brani:
1-Fino all’aurora; 2-D-sigma; 3-4.18; 4-Discesa; 5-Tra due petali di fuoco; 6-L’inganno; 7-Agli uomini che sanno già volare; 8-Il declino; 9-Phoenix; 10-La notte trasparente.
Formazione:
Alessandro Corvaglia: canto; Maurizio di Tollo: batteria, percussioni, chitarra in 4.18; Agostino Macor: tastiere; Andrea Monetti: flauto; Matteo Nahum: chitarre; Fabio Zuffanti: basso, bass pedals.
Produzione: Franz Di Cioccio
2010, Immaginifica - Durata totale: 56:51
 
Con il nuovo album Petali di fuoco sono da registrare alcune piccole novità nel mondo della Maschera di Cera. Innanzitutto notiamo una line-up che vede per la prima volta la presenza di un chitarrista, con il bravissimo Matteo Nahum, già valido collaboratore di Fabio Zuffanti con il progetto Hostsonaten. Nella proposta del gruppo, inoltre, si segnala quello che potremmo definire un cambiamento formale, visto che si punta su brani più concisi, di breve durata. Ma stiano tranquilli gli appassionati che avevano ammirato i primi album della band, perché si tratta di un mutamento solo nella forma. La sostanza ci conferma un rock sinfonico di gran classe, ancorato a stilemi ben consolidato da radici cresciute negli anni ’70 (se vogliamo indicare qualche punto di riferimento, ancora una volta dovremmo rimanere nella migliore tradizione italiana e nominare Museo Rosenbach, Metamorfosi, Balletto di Bronzo, ma anche i classici PFM e Banco), ma eseguito con bravura, classe, spontaneità. I musicisti della Maschera di Cera sono nomi ben affermati nel panorama del prog italiano (e non solo) e confermano che danno ampie garanzie, a partire da Alessandro Corvaglia, splendida voce, per timbro, espressività ed estensione e tra le migliori della scena tricolore moderna. Il prog solenne, dai toni drammatici, a volte tirato e con parti strumentali di grande fascino già apprezzato in passato lo ritroviamo anche in Petali di fiore e la presenza di un chitarrista non solo non pesa e non “ruba” niente agli altri strumenti, ma regala alcune soluzioni solistiche di natura hackettiana che sono assolutamente meravigliose. Menzione di merito anche per il batterista Mau Di Tollo: se conoscevamo ampiamente le sue notevoli doti di drummer, qui mostra un certo eclettismo e si fa apprezzare sia come esecutore alla chitarra sfoderando una perla di delicatezza nella strumentale ed acustica 4.18, sia come compositore ed autore di testi, tra i quali spicca lo struggente Agli uomini che sanno già volare. Album di sorprendente maturità, quindi, per la Maschera di Cera sempre più punto di riferimento fondamentale del prog sinfonico di questa prima decade del 2000.

 

Peppe
settembre 2010