| | Brani: |
| 1-Open windows to Autumn; 2-Leaves in the well (including Riverbenk prelude); 3-Out of water; 4-Nightswan I; 5-Nightswan II; 6-As the night gives birth to the morning; 7-Trees in November; 8-Elegy; 9-Autumn’s last breath / The gates of Winter | |
| Formazione: | |
| Federico
Foglia: drums, percussion; Pietro Martinelli: double bass; Michele
Bernabei: trumpet; Marco Moro: flute, piccolo; Robbo Vigo: grand piano,
koto, special effects, brass; Fabio Zuffanti: Fender Rhodes, minimoog,
mellotron, bass, electric rhythm guitar, pad, bass pedals, acoustic
guitar, organ, stringsynth; Matteo Nahum: classical & lead electric
guitars; Giacomo Villa: cello; Osvaldo Loi: viola, violin; Andrea
Benassi: oboe; Carlo Barreca: stick; Edmondo Romano: bagpipe, sax; Fra
Canali: Genoese whispering; Simona Angioloni: voice | |
| 2009, AMS / Vinyl Magic - Durata totale: 41:39 |
Continua l’ode che gli Hostsonaten di Fabio Zuffanti
stanno decantando alle stagioni, proseguendo un cammino a ritroso che
vede la celebrazione dell’autunno dopo quelle dedicate alla primavera e
all’inverno. Autumnsymphony è un nuovo gioiello quasi del tutto
strumentale che ancora una volta ci mostra questo progetto alle prese
con un progressive romantico e delicatissimo. Nelle prime battute siamo
inondati da ritmi sommessi e un po’ misteriosi e dopo i lievi sapori
jazz dettati dalla tromba, intorno ai due minuti e mezzo, si entra nel
vivo del lavoro, che va a svilupparsi nella sua interezza attraverso
quel rock sinfonico elegante di cui gli Hostsonaten sono maestri. Il
mood si mantiene malinconico e la ricca strumentazione permette sia
interscambi elettroacustici molto intensi, sia passaggi molto vicini
alla musica classica o persino al folk. A tratti si possono persino
riscontrare nette similitudini con l’Anthony Phillips di The geese and the ghost
o dei lavori orchestrali. Le nove tracce presenti si susseguono senza
soluzione di continuità, a formare un’unica suite permeata dalla magia
sonora che gli strumenti riescono a creare e va a concludersi con quella
stessa, affascinante, melodia che apriva l’album Winterthrough, proprio a sottolineare la linearità e continuità di questo progetto.
Peppe
settembre 2010
Nessun commento:
Posta un commento