Brani:

1-Engasa Leappirt; 2-Michelle; 3-Aristotele’s Tantalium condenser; 4-Kilimoonjingo; 5-Pavento sprobabile; 6-Prajna Paramita’s Formula; 7-Romanza n. 1 per trombone preparato; 8-Quattro terzi; 9-One note samba.

Formazione:

Paolo Baltaro: bass, piano, keyboards; Sandro Marinoni: tenor sax, flute, trombone; Diego Marzi: drums, ghatam; Gianni Opezzo: electric and acoustic guitar; Boris Savoldelli: voice and vocal noises. With Aidan Cavriani Bedendo: chorus. Special guest Francesco Casoli: baritone sax.

2008, BTF-AMS - Durata totale: 43:36 

Cosa aspettarsi da un disco che rappresenta l’esordio di un nuovo progetto di musicisti che hanno nel loro retaggio la militanza in una band come gli Arcansiel, in passato impegnata in un classico prog romantico? Probabilmente tutto tranne quello che è contenuto in Holzwege!

Una vera sorpresa, quindi, l’indirizzo sperimentale ed avanguardistico dei SADO, sigla che sta per “Società Anonima Decostruzioni Organici”. Nelle varie tracce che formano questo album nulla è prevedibile: ci sono sei brani accreditati a Paolo Baltaro e Sandro Marinoni, rispettivamente tastierista e fiatista della band, che fondono prog, jazz, avanguardia, senza mai risultare astruse. Quasi un’impresa oserei dire! Eppure su ritmi in movimento continuo i vari strumenti vanno a ruotare e a interagire magnificamente, creando una sorta di musica classica moderna dalle mille sfaccettature. La voglia mostrata di dare assoluta libertà alla musica è decisamente spinta, ma non oltrepassa mai certi limiti oltre i quali ci si dirigerebbe verso un caos assoluto e inascoltabile. Sia ben chiaro, inoltre, che non si tratta di un lavoro serissimo e noioso, ma che il buon umore si mantiene sempre piuttosto elevato. Difficilissimo anche trovare punti di paragone: si potrebbe parlare di Henry Cow o di John Zorn, di Picchio dal Pozzo e persino di Frank Zappa, ma queste influenze sono avvertibili magari solo per alcuni frangenti prima di spingersi in maniera decisa verso altri territori. Nel disco sono inoltre presenti un medley che contiene estratti di brani di Santana (Kilimoonjingo, che apparirà su un album tributo al celebre chitarrista messicano) e due cover che confermano la stravaganza e la qualità dei SADO: One note samba di Jobim in un riarrangiamento che definire folle è poco e la beatlesiana Michelle che subisce una rilettura in una inaspettata chiave jazzistica, con ritmi più lenti e fiati e piano a dettare melodie riviste in maniera particolare. Un solo aggettivo per Holzwege e nella accezione più positiva che gli si può dare: sorprendente!

Peppe

Dicembre 2009