Viima – Kahden kuun sirpit

Brani:

1-Autio Pelto; 2-Unohtunut; 3-Sukellus; 4-Kahden kuun sirpit

Formazione:

Hannu Hiltula: vocals, flute, soprano sax; Aapo Honkanen: bass; Kimmo Lähteenmäki: keyboards; Mikko Uusi-Oukari: guitars; Mikko Väärälä: drums

Produced by Viima

2009, Viima Records -  Durata totale: 45:13

Tre anni separano questo Kahden kuun sirpit da quell’ottimo esordio che era stato Ajatuksia maailman laidalta (di cui abbiamo già parlato su queste pagine) e nel frattempo ci sono stati dei cambiamenti significativi nella line-up dei finlandesi Viima ed in particolare segnaliamo l’assenza della cantante presente sul primo lavoro, rimpiazzata da Hannu Hiltula che si fa carico, oltre che delle parti vocali, anche del flauto e del sax e che riveste un ruolo importante anche in fase compositiva.

Magma - Parigi, Alhambra, 4/12/2009

Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistere ad un concerto dei Magma hanno sempre parlato di un evento unico e indimenticabile. E la sera del 4 dicembre 2009 resterà sicuramente impressa in maniera indelebile nella mia memoria. Spinto dagli amici e colleghi Jessica Attene e Alberto Nucci di Arlequins intraprendo con loro un viaggio con destinazione Parigi ed assisto ad una delle quattro esibizioni che la band di Christian Vander tiene al teatro Alhambra, continuando la serie di date con cui “festeggia” i quaranta anni di attività. Inutile dire, ovviamente, che l’emozione era tanta e lo spettacolo ha dato l’ennesima conferma della straordinarietà della proposta dei Magma.

SADO – Holzwege


Brani:

1-Engasa Leappirt; 2-Michelle; 3-Aristotele’s Tantalium condenser; 4-Kilimoonjingo; 5-Pavento sprobabile; 6-Prajna Paramita’s Formula; 7-Romanza n. 1 per trombone preparato; 8-Quattro terzi; 9-One note samba.

Formazione:

Paolo Baltaro: bass, piano, keyboards; Sandro Marinoni: tenor sax, flute, trombone; Diego Marzi: drums, ghatam; Gianni Opezzo: electric and acoustic guitar; Boris Savoldelli: voice and vocal noises. With Aidan Cavriani Bedendo: chorus. Special guest Francesco Casoli: baritone sax.

2008, BTF-AMS - Durata totale: 43:36 

Cosa aspettarsi da un disco che rappresenta l’esordio di un nuovo progetto di musicisti che hanno nel loro retaggio la militanza in una band come gli Arcansiel, in passato impegnata in un classico prog romantico? Probabilmente tutto tranne quello che è contenuto in Holzwege!

Julian Colbeck with Jonathan Cohen – Back to Bach



Brani:
1-Old faces at Heaven’s Gate; 2-Pure February¸3-Prelude I; 4-Septembrist; 5-Fugue I; 6-4th of July; 7-Prelude II; 8-Riding the march of dimes; 9-Fugue II; 10-Case of January; 11-Prelude III; 12-June daze; 13-Fugue III; 14-No, No, November; 15-Prelude IV; 16-St. Augustine; 17-Fugue IV; 18-Faces from old photos rediscovered; 19-Prelude V; 20-Maybe, maybe not; 21-Fugue V; 22-April’s fool; 23-Prelude VI; 24-Man of December; 25-Fugue VI
Formazione:

Julian Colbeck: keyboards. Jonathan Cohen: Steinway grand piano.

18 written and read by Brian Keenan. 1 written and sung by May Hopkin. John Kebble plays marching drums on 8-9. Steve Hackett plays acoustic guitar on 1, 18, 19. Milton McDonald plays the guitar solo on 24-25.

Produced by Julian Colbeck and Chris Macleod

2009 ristampa Voiceprint -  Durata totale: 63:50

 

Noto agli appassionati di prog per le sue collaborazioni con Anderson-Bruford-Wakeman-Howe e, soprattutto, con Steve Hackett, Julian Colbeck è un tastierista navigato, i cui esordi risalgono già alla prima metà degli anni ’70. Prima che iniziasse il suo proficuo sodalizio con Hackett, Colbeck realizza nel 1991 questo album particolare, coadiuvato dal pianista Jonathan Cohen e con la partecipazione, tra gli altri, dello stesso ex chitarrista dei Genesis.

Zita Ensemble – Volume 2

Brani:

1-Don’t you find me sexy you fuckin’ marine?; 2-Investigation; 3-Suite n. 3; 4-Chi illuminerà questo grande buio?; 5-Adagio – riduzione psichedelica per band; 6-Nella notte del mare profondo; 7-Una folle folle corsa?

Formazione:

Luca Vicenzi: chitarra elettrica, dodici corde, effetti, loops, ambienti; Marco Fortuna: basso elettrico, contrabbasso; Fabio Gatti: batteria, percussioni, effetti percussivi, natura, drum ‘n’ bass in 5; Francesco Agostoni: manipolatore del suono, editing, organo, piano, rhodes, sintetizzatori. Con Luca Urbani: sintetizzatore, editing, programmazione in 5; Francesco Tognini e Luca Zandonini: sintetizzatori e noise in 3; Marco Vicenzi: batteria in 5.

2009, Lizard -  Durata totale: 73:38

Volume 2 è il terzo lavoro uscito a nome Zita Ensemble. Se ancora non avete avuto il piacere di imbattervi in questa band vi diciamo subito che si tratta di una delle più belle realtà che negli ultimi anni si sono messe in luce nella nostra penisola e che con questo nuovo cd toccano il loro apice creativo che merita , tra l'altro,di essere incluso fra le migliori pubblicazioni del prog italiano degli ultimi anni. I due episodi che lo hanno preceduto si muovevano maggiormente su una linea di confine abbastanza indefinibile, in cui il progressive flirtava con il jazz, con l’ambient, con la psichedelia, con l’avanguardia, fino a spingersi in maniera più netta verso improvvisazione e sperimentazione in Quintet sessions.

Slivovitz – Hubris

 Brani:

1-Zorn a Surriento; 2-Caldo bagno; 3-Mangiare; 4-Errore di Prallasse; 5-Né carne; 6-Né pesce; 7-Dammi un besh o; 8-CO2; 9-Sono Tranquillo Eppure Spesso Strillo – STRESS; 10-Canguri in 5; 11-Tilde; 12-Sig. M rapito dal vento

Formazione:

Domenico Angarano: electric bass, fretless bass; Stefano Costanzo: drums and percussion; Marcello Giannini: electric guitar, acoustic guitar; Ludovica Manzo: vocals; Derek Di Perri: harmonica: Pietro Santangelo: alto saxophone, tenor saxophone, vocals; Riccardo Villari: violin.

With guests - Giovanni Imparato: percussions and vocals on 2; Marco Pezzenati: vibraphone on 3; Ugo Santangelo: acoustic guitar on 8

2009, Moonjune Records - Durata totale: 70:36

L’inizio di questo disco è perfetto in tutto e per tutto, per merito di un brano che già solo con il titolo fa intuire a cosa si va incontro: Zorn a Surriento! Introdotta da un basso ipnotico, questa traccia ci catapulta subito su un territorio partenopeo, con atmosfere che ricordano un po’ l’inizio di Palepoli degli Osanna, grazie a melodie che sanno anche di oriente e ad un bel cantato femminile in vocalese (che sarà spesso presente nel prosieguo dell’album), ma che verso i due minuti subisce quasi una metamorfosi quando si inseriscono divagazioni che spingono invece sul versante jazz-rock, con brevi esplosioni caotiche imprevedibili e ottimi spunti di sax. Presentazione migliore non poteva esserci!