Brani:

1-Ballet; 2-Mirror mask; 3- ; 4-Lost years; 5-18; 6-Mother of existence; 7- ; 8-Whispering forest; 9- ; 10-Dream; 11-

Formazione:

Andre Jensen: vocals, piano, ac. guitar; Endre Tønnesen: bass, vocals; Ronny Johansen: keyboards; Alexander Knøsmoen: el. & ac. guitars; Kim A. Lieberknecht: drums, tables, moog. Thanks to: Camilla Erlandsen: cello

Anno: 2000, Musea - Durata: 56:34

Nostalgia degli Anglagard? Ritenete che i Sinkadus non abbiano sufficiente personalità? Troppo violenti gli Anekdoten per le vostre orecchie? Vi manca quel progressive malinconico che ha caratterizzato la scena svedese dell'inizio degli anni '90? Ecco il disco che fa per voi! I Kvazar, norvegesi, sembrano il gruppo che più di ogni altro può raccogliere una simile eredità ed il loro album d'esordio è una manna dal cielo per chi ama un certo sound.

L'influenza crimsoniana si avverte, ma non viene estremizzata come hanno fatto gli Anekdoten; viene, piuttosto, rielaborata elegantemente, con personalità non indifferente e con toni e melodie tipicamente scandinavi. Evitata qualsiasi asperità, i musicisti elargiscono una prova di grande livello con una meravigliosa fusione di suoni chitarristici e tastieristici; la sezione ritmica fa il suo dovere alla grande, districandosi abilmente lungo percorsi in continua variazione ed alcuni inserti di tabla e di violoncello completano un quadro timbrico assolutamente affascinante. Inoltre, si segnala come le parti vocali, che contribuiscono anch'esse a creare quell'alone di tristezza che si riscontra nel lavoro, risultino del tutto all'altezza della situazione e siano un altro punto di forza di un bel cd composto da sette brani di notevole bellezza (tra cui mi preme segnalare il fantastico Mirror mask, ideale via di mezzo tra Anekdoten e Anglagard) e da quattro brevi bozzetti strumentali senza titolo che pure riescono a mantenere elevata la qualità della musica.

Peppe
Novembre 2006