| | Brani: |
| 1-Daylight pain; 2-In passing; 3-Illuminated heartbeat; 4-Nowhere left to turn | |
| Formazione: | |
Steven
McCabe: electric, acoustic and bass guitars, all keyboards, samples
& sound effects; Christopher Knight: drums and percussion. | |
| Prodotto da: Steven McCabe Anno: 2006, Proximity Records - Durata: 53:36 |
Ormai non serve più di tanto andare a descrivere la musica che Steven McCabe con il suo progetto Elegant Simplicity ci propone da un po' di annetti a questa parte e chi ha già avuto modo di ascoltare quanto fatto dal polistrumentista inglese nel recente passato troverà in questo nuovo lavoro esattamente ciò che si aspetta.
Troneggia anche in questa occasione, infatti, il rock sinfonico e romantico, realizzato sia come sfogo della passione personale dell'artista, sia per essere indirizzato ad un target ben preciso di appassionati. Quattro le tracce presenti nel cd. L'iniziale Daylight pain parte con una certa irruenza: i ritmi sono abbastanza tirati, il sound diretto, con una base saldamente guidata da una chitarra di impronta new-prog e con linee melodiche un po' ripetitive che rendono questo l'episodio meno riuscito del disco. Con la successiva, lunghissima (oltre diciassette minuti), In passing le cose cambiano. L'apertura è molto atmosferica, vagamente floydiana e dopo un minuto si ritorna ad un suono prorompente, ma compatto e pronto a variazioni di tempo, che si protraggono in continuazione per l'intera durata della composizione tra ammiccamenti a Mike Oldfield e agli alfieri del new-prog inglese. Non cambia granché il discorso per i nove minuti di Illuminated heartbeat, mentre la suite finale (che supera i venti minuti), che dà il titolo al cd, risulta il pezzo forte, quello in cui McCabe maggiormente mostra la sua inventiva, la sua passione ed il suo buon gusto con il quale riesce a dare un feeling particolarmente forte in un campo, quello del rock sinfonico, in cui troppo spesso il ricorso a clichè amati, ma eccessivamente abusati, comporta povertà di idee. Non è certo il caso degli Elegant Simplicity, che in questa title-track, con nuovi ricorsi a temi oldfieldiani, ma anche con gli ovvii riferimenti a Genesis, Marillion e IQ, ricorrono anche a degli interventi vocali, non invadenti, misurati e che ben si inseriscono nel contesto. Forse non brilla molto la produzione, con i suoni non sempre equilibrati e con la batteria un po' troppo fredda. Ma alla fine, tirando le somme, se anche vogliamo ammettere un leggero calo di ispirazione rispetto ai precedenti cd, Nowhere left to turn non delude affatto. Perché la ricetta utilizzata è una sicurezza… Semplicità… Eleganza… Per quanto possa sembrar banale, a volte basta davvero poco per la buona riuscita di un album prog…Peppe
novembre 2006
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