Brani:
1-Libertango; 2-Burning hope; 3-Daybreak; 4-The shade of the hill; 5-Les mystères du Chateau Hanté; 6-Illusion meets reality; 7-Abitta funky; 9-Opposite symmetry
Formazione:
Mimmo Garofalo: lead, rhythm and acoustic steel guitar; Gabriele Toralbo: lead and backing vocals, lead, rhythm and acoustic steel guitar, bass guitar, drums and percussion; Gabriele Taormina: piano, lead, synths, organ and virtual orchestra
Prodotto da: Gabriele Toralbo
Anno: 2005, autoproduzione - Durata: 42:58

Gruppo di belle speranze quello dei Bright Horizon, impegnato in un progressive con cui si prova a miscelare elementi di musica classica, situazioni aggressive tra new-prog marillioninano e prog-metal e la mediterraneità tipica dei musicisti della nostra penisola.

L'incipit strumentale Libertango è in tal senso emblematico, con ritmi spigliati sui quali chitarra e tastiere creano rimandi sinfonici maestosi e potenti con timbriche moderne. Si prosegue con i quattro minuti di Burning hope, organizzazione molto energica ed intermezzo melodico; senza infamia e senza lode. Bello l'inizio percussivo di Daybreak, brano orientato sul new-prog più classico, con intrecci chitarra-tastiere, variazioni di tempo e di atmosfera, cantato evocativo e bei momenti strumentali. The shade of the hill comincia con la grande eleganza del piano e va avanti con un robusto rock sinfonico dall'andamento molto epico. Con i suoi oltre nove minuti di durata, Les mystères du Chateau Hanté è il brano più lungo del cd, che tra suoni semiacustici, rimandi classicheggianti, romanticismo, impennate vicine al metal e dinamica ben studiata, rappresenta anche l'episodio più fantasioso del lavoro. Gli ultimi quattro brani hanno durata contenuta (tra i tre ei quattro minuti e mezzo): Illusion meets reality è un orecchiabile tassello di new-prog; episodio curioso la gioiosa Abitta funky; non convincono affatto la tecnologia e le ritmiche elettroniche di Discophobia; abbastanza ordinario e privo di mordente Opposite symmetry. La qualità audio risente un po' dell'autoproduzione, ma se si tiene conto proprio del fatto che tutto è stato realizzato “in casa” si possono ritenere più che accettabili i risultati ottenuti. In definitiva un cd che convince solo a metà, ma dal quale pure traspare un certo potenziale; attenuando certe ruvidità e migliorando l'impianto melodico, dando un po' di “calore” in più alle proprie composizioni, questo trio promettente può davvero raggiungere l'orizzonte luminoso a cui guarda per il futuro.

Peppe
Luglio 2005