Brani:

Ladrona de suenos (parte i); 911: a) 911; b) next day; c) my new home; Volando en uno mismo; Sucio nino bien: a) sucio nino bien; b) suenos de platino; Dias de sol y luz; Ladrona de suenos (parte ii puerto prohibido); Ladrona de suenos (parte iii tragicomedia); Un siglo de inverno: a) cataclismo; b) esperanza austral; En la cueva y el bosque; Reunion 2003; Hojarasca; Extension 17

Formazione:

Carlos Humaran: guitarras; Kiko King: bateria y percusiones; Flavio Jimenez: bajo: Alfonso Vidales: teclados; Francisco Hernandez: voz y guitarra; José Torres: vientos. Guadalupe Acuna: voces y coros

Ingeniero de gradacion y mezcla: Jesus Madrid
Anno: 2004., Mussea - Durata: 79:02

Chi di voi ricorda le prime cronache sui Cast, che nel 1994 cominciavano ad apparire sulle fantine italiane, narrandoci di un gruppo che stava per iniziare una produzione discografica a dir poco vertiginosa?

E' quasi impressionante pensare come siano passati oltre dieci anni e come i musicisti messicani siano diventati un punto di riferimento molto importante per gli appassionati di rock sinfonico. Con cadenza quanto meno annuale l'appuntamento con un nuovo cd dei Cast è immancabile ed il 2004 vede, così, la realizzazione di Nimbus. L'incipit rappresentato da Ladrona de suenos (parte i), tuttavia, sorprende e sconcerta un po', visto che è orientato maggiormente su un new-prog che si avvicina molto (ma non tocca) i confini del metal, similmente a quanto tendono a fare i recenti Arena. Tranquilli! Non temete… Le tre tracce che formano la mini suite 911 ci riportano su terreni più consoni alla formazione messicana, alternando momenti di grande romanticismo e pomposi suoni sinfonici guidati, come sempre, dalle tastiere di Vidales, ma in cui non mancano delicati innesti di fiati. E il prosieguo non tradisce le aspettative, mantenendo questo stesso stile, con composizioni che si assestano su buoni standard, grazie alla capacità di elaborare ed eseguire un rock sinfonico allo stesso tempo maestoso e accattivante. Il cd è abbastanza lungo, visto che sfiora gli ottanta minuti, eppure sembra non stancare mai: gli stacchi continui, i temi musicali ispirati, le parti strumentali di ampio respiro e molto emozionanti, la padronanza con cui il gruppo affronta ormai ogni sua avventura musicale, sono tutte qualità che facilitano l'ascolto e che fanno propendere verso un giudizio positivo. La ventata di freschezza del precedente, doppio cd, Al-Bandaluz, prosegue in questo caso nella maniera migliore. Certo, non siamo di fronte a qualcosa di innovativo e bisogna anche dire che con Nimbus non vengono raggiunte le stesse elevate vette del suo predecessore, ma scommettiamo che si tratta di un lavoro che non deluderà nessuno?

Peppe
Luglio 2005