Brani:

Sacred Sound - Red Dust Shadow - You Never Will - Born Brilliant - Harvest Of Souls.

Formazione:

Martin Orford: Keyboard, Backing Vocals; Peter Nicholls: Lead Vocal; John Jowitt: Bass; Michael Holmes: Guitars; Paul Cook: Drums, Percussion.

Anno: 2004, Gian Electric Pea - Durata: 52:20 

Dopo quattro anni esce un nuovo album in studio degli IQ: Dark Matter. Una produzione perfetta e una registrazione impeccabile fanno di quest'album un ottimo disco di rock sinfonico. Certo non vi troverete elementi innovativi, ma Dark Matter si farà ascoltare soprattutto per il largo uso del Mellotron, del Moog e dell'organo Hammond, che danno al lavoro un suono classico distintivo, e per la bella voce di Peter Nicholls in evidenza. L'album si apre con Sacred Sound dove il suono del Mellotron ci riporta al Re Cremisi; favoloso è il suono dell'organo da chiesa che precede un grande assolo di chitarra di Mike Holmes ed è superbo il gioco ai tamburi di Paul Cook. Red Dust Shadow è una canzone più semplice, ma non per questo meno efficace; si apre con una chitarra acustica accompagnata da un suono di tastiere spacey. You Never Will è un chiaro omaggio a Clocks di Steve Hackett ed il riff di basso di John Jowitt prepara il terreno alle vocals di Peter e ad un grande assolo di tastiere del mago Martin Orford. Welcome to the Machine dei Pink Floyd ha ispirato senz'altro Born Brilliant, brano con ritmi tipici più vicini a Division Bell degli stessi Floyd. La chiusura è affidata all'epica Harvest of Soul, 24 minuti deliberatamente vicini a Supper's Ready, almeno nella struttura. Comincia con una sezione vocale su una base acustica di chitarra a 12 corde e quando le tastiere si uniscono si è proiettati in territori maestosi e complessi. La qualità si mantiene alta anche nelle sezioni più lente e raggiunge il suo culmine nella parte conclusiva con passaggi caratterizzati da continue esplosioni di chitarra, organo e tamburi nella migliore tradizione apocalittica di genesisiana memoria. In conclusione Dark Matter non da spazio, come detto, a nessun cambiamento: è un album di progressive rock sinfonico, omaggio diretto ai grandi degli anni '70 dove le strutture ricche delle tastiere e i passaggi melodici delle chitarre si incontrano con le vocals di Peter Nicholls per generare cinque canzoni di buon livello che rappresentano sicuramente un must per i fans di Genesis, Yes e Marillion.

Progman59
Luglio 2004