| | Brani: |
1-Mars, the bringer of war [Doomsday mix]; En Route: A suite: 2-Against the grain, part one; 3-Against the grain, part two; 4-Against the grain, part three; 5-Against the grain, part four; 6-La-bas [Down there]; 7-Raga hermeticum; 8-En Route | |
| Formazione: | |
Ed Macan: tuned percussion (vibes, marimba, timpani), keyboards (acoustic piano, Hammond organ, ARP string ensemble, micromoog, Rhodes electric piano, digital pipeorgan, electronic harpsichord), 10-string lyre, soprano and tenor recorders; Jason Hoopes: bass guitar, electric six-string guitar, sitar, acoustic piano; Matt McClimon: drums and percussive, tracks 1-5; Joe Nagy: drums and percussives, dumbek, tracks 6-8 | |
| Prodotto da: Ed Macan Anno: 2001, Magnetic Oblivion Records - Durata: 51:45 |
Tastiere a go-go, rimandi alla musica sinfonica, sound altisonante, ottime doti tecniche… Gli Hermetic Science hanno tutte le carte in regola per attirare chi ama il progressive classicheggiante di Emerson, Lake & Palmer.
In quest’album già l’apertura Mars, celebre movimento dei Pianeti di Holst, evidenzia le qualità del gruppo guidato dalla mente e dall’abilità di Ed Macan. Questo bravissimo tastierista-vibrafonista, infatti, si cimenta in un progressive maestoso e ad alta tensione utilizzando un parco tastiere decisamente ampio che può affascinare sia gli appassionati del sound vintage che quelli di timbriche più moderne. Dopo gli oltre sette minuti di Mars si passa alla lunghissima suite che dà il titolo al lavoro, suddivisa in sette tracce, per un totale di quasi tre quarti d’ora di musica. Macan offre saggi di bravura descrivendo con i suoi strumenti un’atmosfera drammatica ed intensa. L’incontro tra il progressive e la musica classica produce frutti notevoli: i suoni imponenti e creati dai sintetizzatori sono spesso contrappuntati da un elegantissimo accompagnamento di piano, mentre l’organo Hammond ci fa fare non pochi salti indietro nel tempo. Gli spunti ritmici sono studiati nei minimi particolari e contribuiscono notevolmente alla creazione di una musica che racchiude e trasmette il fascino del mistero. Non è un caso che Macan per quest’opera si sia ispirato all’opera dello scrittore J.K. Huysmans, uno dei maggiori esponenti del decadentismo della fine del diciannovesimo secolo. Sicuramente non siamo di fronte ad un prodotto che fa dell’originalità il suo punto di forza, ma senza dubbio Ed Macan con il progetto Hermetic Science dimostra di essere in grado di ricreare un progressive emersoniano di buona qualità, riuscendo, a differenza di molti altri musicisti, a non perdersi in meri esibizionismi tecnici e a non riprodurre una scialba clonazione del gruppo di Tarkus, e rivelandosi, perciò, tra le realtà di prog sinfonico che meritano di essere seguite.Peppe
Novembre 2003
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