| Brani: | |
1-Intro; 2-I see people; 3-Ezekiel; 4-Dye; 5-Armageddon I; 6-Armageddon II; 7-Void; 8-Theme; 9-Starwish | |
| Formazione: | |
Laurentis Macheritsas: lead vocals, 12 string guitar, keyboards; Antonis Mitselos: lead guitar, acoustic guitar; Jimmy Vasalakis: bass, backing vocals; Pavlos Kikrilis: rhythmic guitar, classical guitar, recitetion in Armageddon I; Tolis Skamasouras: drums, percussion; Helen Aristides: recitation in Ezekiel | |
| Engineered by Johnny Allen Anno: 1982, Vertigo (ristampa in cd: Second Battle) - Durata: 41:36 |
C’era davvero il rischio che un disco strepitoso come questo non raggiungesse mai le nostre orecchie: pubblicato nel 1982, Armageddon è il primo lavoro dei greci P.L.J. Band, ma subito dopo la realizzazione, la vendita dell’album venne vietata a causa dei testi ritenuti blasfemi e le copie in circolazione vennero distrutte. Fortunatamente alcuni vinili furono salvati ed è stato possibile, così, ristampare il disco su cd in Germania.
L’apocalittico concept-album è assolutamente strepitoso e può essere considerato senza dubbio tra i capolavori del progressive degli anni ’80. Aperto da una fantastica introduzione atmosferica e spettrale, senza dubbio uno dei punti forti dell’album con quella chitarra che rievoca i Pink floyd (come accadrà spesso durante l’album), il disco prosegue con una musica abbastanza oscura, malinconica in I see people, mentre è addirittura opprimente e drammatica l’atmosfera che si respira nella recitazione di una voce femminile sui suoni quasi sabbathiani di Ezekiel, che nella seconda parte assume connotati più vicini ad un robusto space-rock con chitarra elettrica decisamente tagliente. Sonorità semiacustiche con chitarra ancora in netta evidenza permeano la tormentata Dye, mentre le due parti di Armageddon sembrano voler unire un certo onirismo floydiano, un’accentuata venatura dark-prog ed anche sonorità più tipiche dei Balcani. Dopo Void, composizione di due minuti guidata da tastiere ecclesiastiche, troviamo dapprima Theme che mantiene particolarmente elevato il pathos con un sound decadente articolato tra intriganti aperture tastieristiche e ipnotici arpeggi di chitarra di sicuro effetto, e poi la conclusiva Starwish che porta delicatamente a compimento il lavoro con un barlume di luce e di speranza . Ritengo sia assolutamente impossibile rimanere indifferenti di fronte ad un album di questo genere. Coraggioso, con molteplici spunti di riflessione, Armageddon uscì in un periodo abbastanza difficile per il progressive ed il gruppo si è ritrovato a pagare anche duramente la sua audacia. L’auspicio è che non ci si dimentichi e che anzi si riscopra e si rivaluti pienamente questo lavoro in tutta la sua bellezza. Ci sono molte rarità nel vasto mondo del progressive che non vale la pena cercare, ma non è certo il caso di questo incredibile disco della P.L.J. Band, autrice di un album assolutamente fenomenale che trasmette fortissime emozioni attraverso una tensione che sembra quasi palpabile.Peppe
Novembre 2003
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