Zita Ensemble - “Zita Ensemble”

 

Una delle notizie più inattese e interessanti del 2024 del prog italiano è legata al ritorno discografico degli Zita Ensemble. Questa band aveva all'attivo tre album, ma la sua avventura sembrava giunta al capolinea dopo lo scioglimento avvenuto nel 2008, poco tempo prima della pubblicazione di "Volume 2" nel 2009. Passano gli anni e nel 2023 Luca Vicenzi (chitarre), Marco Fortuna (basso) e Gabio Gatti (batteria) si ritrovano in studio e si ripete la magia.

Il nuovo disco, eponimo, è al momento disponibile solo in digitale, ma ci fa piacere parlarne, perchè siamo di fronte ad una band che, a dispetto degli anni trascorsi, non ha minimamente perso smalto e inventiva. Otto brani nuovi di zecca sono qui a dimostrarlo, con un lavoro strumentale ancora di grande qualità e che sembra la diretta continuazione del percorso interrotto tempo fa.
 
Gli Zita Ensemble hanno sempre cercato di sperimentare con suoni e contaminazioni ed è un piacere ritrovarli con questa voglia intatta e con un nuovo prodotto di grande qualità. Già nell'opener "The wind" il post-rock, la psichedelia e il prog si intrecciano alla perfezione, con Vicenzi che trova poche note, ma perfette ed una sezione ritmica che sa essere al contempo raffinata e pungente. Ottime premesse mantenute poi col prosieguo dell'ascolto, grazie ad una musica fluida nonostante il suo mix di eleganza e visceralità. Gli echi psych di "Atlantico", tra ritmi martellanti, riff ripetitivi e fughe liberatorie, le sognanti vibrazioni crimsoniane che virano verso il jazz di "Black Summer", i contrasti tra il nervosismo chitarristico e la batteria ossessiva di "Dance tape" sono emblematici al riguardo. E se "Us" sembra quasi una versione attualizzata di colonne sonore degli anni '60/'70 legate a nomi quali Umiliani e Trovajoli, "Amigos" riporta in pieno post-rock. "Lipstick" è la più ricca di contaminazioni, con sonorità corpose in cui si intravedono King Crimson, afro-beat, corrieri cosmici e rock acido. La conclusiva "Sunday", con il suo jazz-rock moderno e coinvolgente, sembra quasi riepilogare in poco meno di cinque minuti uno stile che definisce gli Zita Ensemble e che va al di là di qualsiasi classificazione. 
 
Le influenze del gruppo sono spesso lontane dal progressive rock, ma forse anche per questo la loro proposta continua a recuperare quell'essenza tipica del prog che si mantiene lontana da stereotipi, dal "già sentito", da pedisseque imitazioni e che mostra la voglia di progredire, di guardare avanti pur partendo dal passato, di sorprendere l'ascoltatore, di colpire cuore e cervello. 
 
Un grande e graditissimo ritorno, speriamo solo che arrivi anche la pubblicazione su un supporto fisico.
 
2024, Karuso Digital 

The wind
Atlantico
Black summer
Dance tape
Us
Amigos
Lipstick
Sunday

durata totale: 34:12

Prodotto da Zita Ensemble e Luca Urbani
Registrato da Fabrizio Capone al Frequenze Studio
Mixato da Fabrizio Capone e Luca Urbani
Masterizzato da Luca Urbani

Foto di copertina di Marco Fortuna
Karuso Dischi

Di seguito, il comunicato stampa con cui gli Zita Ensemble presentano il nuovo disco:
"A fine 2008 dopo l’ultimo live al Premio Omaggio Demetrio Stratos di Alberone di Cento (FE) gli Zita Ensemble si sciolgono.
Una pausa lunga 14 anni fino al 2023 in cui Luca Vicenzi alla chitarra, reduce nel mentre dall’esperienza nel duo elettronico Cumino e da due album solisti di musica etnica infiltrata di beats e jazz, con Marco Fortuna al basso e Fabio Gatti alla batteria nella formazione classica, tornano in studio per sperimentare nuove forme.
Lasciate a una stagione conclusa le lunghe suite jazz-rock, gli Zita resettano suoni e scrittura per miscelare post-rock e jazz con venature di desert blues e afro-beat. La produzione insieme a Luca Urbani con cui avevano registrato lo sperimentale “Quintet sessions” nel 2007, un connubio collettivo di jazz e musica etnica bagnato di elettronica e’ il tentativo di avvicinare all’ascoltatore queste composizioni senza troppe scorciatoie, una sezione ritmica che profuma di new jazz tra Yussef Dayes e Nate Smith, la chitarra priva di orpelli e vestiti psichedelici dell’ultimo The Smile di Greenwood e Yorke e le sbandate etno-jazz delle produzioni International Anthem di questi anni tra Jeff Parlek e Makaya McCraven.
Otto brani di musica strumentale che prova a raccogliere la strada del gruppo fondato nel 2004 e a ridisegnarla per il ventennale di questo 2024."

Recensione su Arlequins di "Volume 1": http://www.arlequins.it/pagine/articoli/alfa/corpo.asp...
Recensione su Arlequins di "Quintet sessions": http://www.arlequins.it/pagine/articoli/alfa/corpo.asp...
Recensione su Rotters' Club di "Volume 2": https://rottersclubprog.blogspot.com/2009/12/zita-ensemble-volume-2.html
 
Peppe
ottobre 2024

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