Officina F.lli Seravalle - Blecs - Ledros

 

Chi ha seguito la scena prog italiana degli anni '90 avrà sicuramente familiarità con il nome di Alessandro Seravalle, che con i Garden Wall ha scritto pagine molto interessanti a partire da quel periodo. Alessandro ha sempre avuto un approccio verso il progressive rock cercando di andare oltre forme ben consolidate, gaurdando avanti, più che indietro. Si è così lanciato anche in altri progetti che hanno fatto della sperimentazione il punto di forza. Ci sono state quelle particolarmente estreme dei Genoma, di cui magari parleremo in altra occasione. Per il momento concentriamoci sugli ultimi due cd usciti a nome Officina F.lli Seravalle.  
A dargli manforte in questo progetto a due menti è il fratello Gian Pietro. In coppia, seguono un percorso di ricerca senza troppi compromessi, armandosi di chitarre e pianoforte, ma anche di sintetizzatori e di mille diavolerie elettroniche e facendo affidamento su ospiti che li seguono alla perfezione con altri strumenti. 
 
Già in "Blecs" è chiara la direzione che segue il duo. Le basi sono magari da ricercare in certi episodi elettronici dei corrieri cosmici, che vengono aggiornati al presente senza disdegnare incursioni nella psichedelia, nello space-rock, nel noise.
Senza compromessi, dicevamo... Similmente agli Anatrofobia, l'Officina della coppia ama far volare le note in libertà, concedendosi pause, tra brevi attimi di melodia e momenti di silenzio che fanno il loro effetto. Così, ecco che in diversi brani poche note di piano si alternano con oseessive frequenze ritmiche. Ecco che vengono a galla atmosfere conturbanti che evocano le pagine futuristiche dei King Crimson dei ProjeKcts e di "The contruKction of light". Ecco passaggi recitati. Ecco che affiora qualche vago riferimento proprio ai Garden Wall. Ecco, ancora, un accenno a quanto fatto dai primissimi Porcupine Tree. 
 
E questo non giocare sul sicuro si ripete in "Ledros". Fin dai primi minuti carichi di effetti anche fastidiosi, è chiaro che i fratelli vogliono spingersi ancora oltre. L'elettronica si fa preponderante ed il risultato è una musica che non dà certezze, all'ascoltatore, che vuole sempre confondere, tra dissonanze e avanguardia. Stavolta le sensazioni sono particolarmente oscure ed opprimenti e donano quasi un senso di asfissia. Ancora di più viene a galla la musica colta d'avanguardia che fa capo a Stockhausen e che va a rapportarsi con la scuola cosmica tedesca degli anni '70. E nella loro imprevedibilità, i Seravalle sono anche capaci di sorprendere per merito di aperture verso bandismo zappiano e world music ("Il silenzio del corpo"), o verso spazi con ambient e tinte Cremisi ("A4 - Driving the Moon home"), o anche inserendo qualche vagito davisiano per la tromba che guida "Sublime futilità".
 
Vi invitiamo all'ascolto di questi due album, che non a caso sono usciti per la Zeit Interference, la sottoetichetta della Lizard dedicata alle proposte più sperimentali. "Blecs" e "Ledros" risultano sì ostici e avventurosi, ma anche assolutamente brillanti e dimostrano alla perfezione come sia ancora valido e attuabile il concetto di prog che guarda avanti e che evita la riproposizione derivativa di forme stilistiche dalle caratteristiche ben precise. 
(2021, 2022, Zeit Interference)

Peppe
settembre 2024

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