Brani:

1-Overture; 2-Life for art; 3-Strange shadow; 4-Cast revelation; 5-Look again; 6-Game over; 7-Instead of you; 8-Leave me alone; 9-The dead dream; 10-San Francisco California.

Formazione:
Roberto "Beattie" Sgorlon: guitars, vocals, keyboards; Umberto Del Negro: bass, lyrics; Fabrizio Morassuto: drums.
2012, Lizard - durata totale: 49:33

Anche i Quasar Lux Symphoniae hanno il loro "lost album", che vede finalmente la luce, dopo una serie di peripezie, nel 2012. Si tratta di The dead dream, composto nel 1977 e riregistrato nel 1995, dopo che i nastri originali erano andati persi.

Si tratta, però, di un lavoro ben diverso da quelli a cui ci ha abituato il gruppo, pregni di un rock sinfonico di altissima scuola. Sono gli stessi Quasar Lux Symphoniae, infatti, a descrivere questo disco come il loro "primo (ed ultimo) trip lisergico". E già l'Overture ci fa immergere in questo mondo sonoro dalle caratteristiche spacey, attraverso atmosfere oniriche e suggestive, pur mantenendo qualcosina della vena classicheggiante che da sempre contraddistingue la band. Seguono poi una serie di brani a cavallo tra space-rock e psichedelia, che mantengono una loro linearità e sviluppi decisamente coinvolgenti, con un sound che resta in qualche modo sognante, spesso incentrato su una chitarra molto gilmouriana. C'è il pezzo "acido" che può ricordare un mix di Iron Butterfly, Doors e Vanilla Fudge (Stranger shadow), c'è una certa epicità à laPink Floyd, pur "macchiata" di un sound sporco (in particolare nella strumentale Cast revelation), c'è la ballad acustica (Look again), ci sono vari spunti di un hard-rock settantiano (a volte persino molto grezzo e urlato, come Instead of you), c'è una forte visionarietà praticamente in ogni traccia. 

E c'è anche una storia narrata: il concept è infatti incentrato sulla figura di Roxy e su quello che è definito come il suo "psicodramma". Roxy è un hippy la cui mente è ormai offuscata dall'abuso di droghe e la sua vicenda ci spinge indietro verso un'epoca in cui si parlava di allargamento della coscienza, porte della precezione, flower power... In pratica siamo di fronte un po' ad un'allegoria che individua la morte di quello che era il sogno psichedelico dei figli dei fiori, scontratosi con gli effetti negativi degli allucinogeni e con le morti eccellenti di Jim Morrison, Janis Joplin e Jimi Hendrix.

Questa versione "alternativa" dei Quasar Lux Symphoniae convince! Il gruppo si muove in territori nuovi e che possono sorprendere chi ha amato Abraham e Mit, eppure la classe che ha già dimostrato in passato resta intatta e permette di realizzare un altro lavoro di enorme qualità e meritevole della massima attenzione. Forse non tutti riusciranno a seguirli al meglio in questo volo musicale, considerando la distanza stilistica rispetto alla precedente produzione, ma a parer di chi scrive The dead dream è un'altra perla che va a dimostrare il grandissimo valore di una band che consolida ulteriormente il suo nome tra le meraviglie del prog italiano.

Peppe
maggio 2013