Brani:

a) Ritorno dal nulla; b) La guerra dei mille anni; c) Ritratto di lui; d) L'enorme abisso; e)Ritratto di lei; f) Viaggio metafisico; g) Alba nel tempo; h) Luce sui due mondi; i) Alle porte del domani.

Formazione:
Alessandro Corvaglia: voce solista, chitarre acustiche, 12 corde ed elettriche; Maurizio Di Tollo: batteria, spring drums, chimes, chiavi, ovetti, shaker, timpani, zen bells, tamburelli, congas, marching snare drum, mellotron addizionali in a), cori; Agostino Macor: pianoforte, Fender Rhodes, organo Hammond e Crumar, mellotron, birotron, chamberlin, minimoog, sintetizzatori, corvaglizer, mandolino, campane; Andrea Monetti: flauto; Fabio Zuffanti: basso, campane.
Ospiti:
Martin Grice: flauto in a), b), h), sax in d); Laura Marsano: chitarra elettrica solista in d), f), g).
2013, AMS - durata totale: 45:17

Premettiamo che l’ultimo lavoro della Maschera di Cera è stato gestito alla perfezione.
S’é creata la giusta attesa, tra chi sapeva dell’imminente uscita, facendo scendere un velo di mistero sull’operazione dichiarata coraggiosa e rischiosa.

Appena uscito, dalla copertina si è poi compreso tutto.  Pubblicizzato come la “continuazione” di Felona e Sorona, sarebbe più onesto dire, una volta letto i testi, che è una “rilettura” del concept originario. Che io sappia è il primo caso in cui un gruppo odierno prende un concept famoso e conosciuto in tutto il mondo e ne propone un andamento alternativo all'originale. Quindi tanto di cappello per l’idea.

Ma scopriamo come quest’idea è stata sviluppata in musica.

La Maschera di Cera, da sempre, garantisce un certo standard qualitativo: progetto nato per omaggiare il prog nostrano dell’epoca d’oro, è arricchito dalla forte personalità dei suoi componenti che dà un valore aggiunto  alla musica prodotta, e anche per quest’ultimo lavoro non si resta delusi.

E’ ovvio che l’operazione sia rischiosa, il pericolo è quello del paragone con il “capolavoro”,  ci si gioca quindi reputazione e si rischia di essere tacciati di plagio o peggio.
Ma già dal primo ascolto i timori e lo scetticismo sono subito fugati.
Non ho mai sentito, da amante delle Orme, un omaggio così rispettoso e nello stesso tempo originale, al lavoro della band di Mestre.
La suite segue pedissequamente la strada tracciata dall'originale: in ogni canzone si respira, non solo per le citazioni presenti, ma anche per l'atmosfera, l'aria dell'originale.
E, badate bene, senza che questa sembri minimamente scopiazzata: Felona e Sorona è veramente la base ispiratrice e nulla più delle composizioni dell'album.
Questo è il lato positivo di tutto l’operazione.
C’è, però, il lato negativo. Sebbene a primo ascolto anche io, su altre pagine, avevo gridato alla piena soddisfazione, ascoltando con maggiore attenzione e più volte il lavoro, è successo qualcosa di strano, di inusuale per un disco prog. Invece di conquistarmi maggiormente ad ogni ascolto, il disco diventa sempre più “monotono”.
E’ sicuramente un mio problema, ma alla fine, il seguire lo schema dell’originale, il tema trattato, l’atmosfera impostasi, diventa una gabbia per la performance del gruppo.
E mi ritrovo, così, a preferire Petali di fuoco, più vero e sentito, almeno alle mie orecchie, che questo Le porte del domani.
Dopo i primi ascolti mi è, in pratica, venuto a noia. Passata la sorpresa, resta un disco ben suonato ma, forse, troppo pensato, misurato, che pare mai camminare con le proprie gambe. Manca quello slancio, quell’emozione. Resta cristallizzato senza dare quella tensione e risoluzione necessaria affinché un brano ti dia quel qualcosa da spingerti al riascolto.
Inutile quindi parlare dei singoli brani, tutti suonati bene, seguendo l’andamento dell’originale, come già detto, ma pur non facendone il paragone con il capolavoro, perdendo sempre l’occasione per impressionare o andare fino in fondo.
Volendo segnalare le parti che mi hanno colpito di più, l’inizio (Ritorno dal nulla e La guerra dei mille anni) e il finale (Luce sui due mondi e Alle porte del domani) sono i momenti per me migliori.
Insomma, personalmente preferisco ascoltare ben altre cose uscite ultimamente, rispetto a questo lavoro che può avere motivo d’interesse per gli amanti del gruppo o per i fan più curiosi delle Orme.

Montag
maggio 2013