La Maschera di Cera - Le porte del domani


 
Brani:

a) Ritorno dal nulla; b) La guerra dei mille anni; c) Ritratto di lui; d) L'enorme abisso; e)Ritratto di lei; f) Viaggio metafisico; g) Alba nel tempo; h) Luce sui due mondi; i) Alle porte del domani.

Formazione:
Alessandro Corvaglia: voce solista, chitarre acustiche, 12 corde ed elettriche; Maurizio Di Tollo: batteria, spring drums, chimes, chiavi, ovetti, shaker, timpani, zen bells, tamburelli, congas, marching snare drum, mellotron addizionali in a), cori; Agostino Macor: pianoforte, Fender Rhodes, organo Hammond e Crumar, mellotron, birotron, chamberlin, minimoog, sintetizzatori, corvaglizer, mandolino, campane; Andrea Monetti: flauto; Fabio Zuffanti: basso, campane.
Ospiti:
Martin Grice: flauto in a), b), h), sax in d); Laura Marsano: chitarra elettrica solista in d), f), g).
2013, AMS - durata totale: 45:17

Passione. Furbizia. Rischio. Partiamo con queste tre semplici parole per andare ad analizzare l'album del 2013 della Maschera di Cera. Alla base del nuovo lavoro c'è ancora la passione derivante dall'amore verso il progressive. Quell'amore che i musicisti hanno coltivato dapprima da ascoltatori e che poi hanno proposto nel corso degli anni in svariati progetti, emerge in questa occasione come non mai, attraverso una sorta di personalissimo tributo ad un gruppo e ad un disco, che può comunque essere esteso all'intera scena italiana dei seventies.

Mahogany Frog - Senna


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Brani:

1-Houndstooth Part 1; 2-Houndsttoth Part 2; 3-Expo '67; 4-Flossing with Buddha; 5-Message from uncle Stan: grey shirt; 6-Message from uncle Stan: green house; 7-Saffron myst; 8-Aqua love ice cream delivery service.

Formazione:
Graham Epp: guitars, keyboards; Jesse Warkentin: guitars, keyboards; Scott Elenberger: bass guitar, electronics; Andy Rudolph: drums, electronics.

Produced by Mahogany Frog
2012, Moonjune Records - Durata totale: 43:16

Un nuovo album esuberante per i canadesi Mahogany Frog, stracolmo di uno space-rock robusto e fantasioso.

Quasar Lux Symphoniae - The dead dream



Brani:

1-Overture; 2-Life for art; 3-Strange shadow; 4-Cast revelation; 5-Look again; 6-Game over; 7-Instead of you; 8-Leave me alone; 9-The dead dream; 10-San Francisco California.

Formazione:
Roberto "Beattie" Sgorlon: guitars, vocals, keyboards; Umberto Del Negro: bass, lyrics; Fabrizio Morassuto: drums.
2012, Lizard - durata totale: 49:33

Anche i Quasar Lux Symphoniae hanno il loro "lost album", che vede finalmente la luce, dopo una serie di peripezie, nel 2012. Si tratta di The dead dream, composto nel 1977 e riregistrato nel 1995, dopo che i nastri originali erano andati persi.

La Maschera di Cera - Le porte del domani


Per poter parlare dell'ultima fatica della Maschera di Cera (MDC, da qui in avanti) è necessario rinfrescarsi la memoria sul concept da cui trae ispirazione che è quello di Felona e Sorona delle Orme. Direi che meglio delle parole di Aldo Tagliapietra e Toni Pagliuca non si possa proprio fare.

"Felona e Sorona": due pianeti-fratelli distanti chissà quanti anni-luce l'uno dall'altro gravitano nello stesso cosmo.
Fratelli ma diversi. L'uno: radioso di luce, affogato da sempre in letizia di pace e amore, con enormi bolle che galleggiano nel vento. L'altro un minuscolo coriandolo infelice e sempre buio, con la natura sfiorita, gli animali impazziti e gli esseri in uno stato abulico-vegetativo che vagano senza sorriso come fantasmi gravidi di fede e speranza. Ecco che l'Essere Supremo di fronte ai sudditi che lo hanno dimenticato ignorando quel tesoro, fonte di felicità, dirotta la cascata di luce che scaturisce dal suo sguardo verso il pianeta triste. Dove quell'umanità con la sua fauna scheletrita, la flora atrofizzata attende da sempre il luminoso miracolo, per uscire da questo incubo di buio-paura-silenzio e ritornare a vivere.
E per un brevissimo, impercettibile attimo in cui l'Essere Supremo fa ruotare il suo sguardo-luce, i pianeti fratelli si trovano entrambi innaffiati della potenza suprema di luce, amore e vita. Entrambi felici.

Ma il precario equilibrio dura lo spazio di un sorriso e si infrange e svanisce col magico incantesimo. Due forme di vita, due pianeti-fratelli si ribaltano improvvisamente, nel gioco dell'impoderabile. E dal diapason dell'attrito si annientano a vicenda.

Toni Pagliuca
Aldo Tagliapietra

Il concept originale l'ho sempre visto dal punto di vista morale: in un rapporto (che sia con l'Essere Superiore o con il patner) bisogna sempre dare e quando questo non avviene, necessariamente il rapporto si interrompe. Vi è poi la visione della necessità del dolore: affinché l'equilibrio cosmologico venga mantenuto è necessario che un solo pianeta sia illuminato dallo sguardo di Dio, se ciò non avviene, la natura (ovviamente nell'Universo creato dalle Orme) determina la distruzione dei due pianeti.

Ciò ovviamente in una visione semplicistica, poi si può approfondire a diversi piani di lettura, ma diciamo che per il concept a cui dedichiamo ora spazio ciò non è necessario.

I fatti narrati in Le porte del domani si innestano nella “seconda parte” del concept delle Orme, subito dopo la canzone Sorona.
Si dilata questa parte, con la relativa originaria distruizione dei due pianeti, offrendone un finale alternativo.
I “Feloniani”, persa la luce, perdono anche la ragione, e immaginano che la colpa del loro cambiamento di status sia dovuto a Sorona: innescano quindi una guerra contro di loro. Nella mente della MDC è la guerra che poi porterà alla distruzione  entrambi i pianeti. Ma nella guerra, come si sa, succedono cose strane e un soldato di Felona si innamora di una donna di Sorona. Lei capisce che è una guerra inutile e che a gestire il tutto è un'entità superiore. E propone all'amante di fare un viaggio mentale per andare a parlare direttamente con Dio della situazione dei due popoli. Dio da parte sua è amareggiato in quanto non capisce perché il suo gesto (quello di aver illuminato Sorona) debba poi portare alla distruzione. Ma resta inerme, allontanandosi da chi lo prega di intervenire e restando di fatto ancora più solo.

Alla fine però, vede una soluzione nell'amore dei due amanti: due opposti che si attraggono non possono che essere, con il loro amore, testimonianza della possibilità di un futuro diverso da quello che Lui stesso ha immaginato. Allora si evolve in un essere di luce che irradia così entrambi i pianeti e crea un essere nuovo dall'unione di Lui e Lei.

Alle porte del domani, lo strumentale finale, così, non narra come nell'originale la distruzione dei due mondi ma la creazione di una nuova razza e il ritorno di lui e lei ai due rispettivi pianeti ora uniti nel fato di essere felici (e quindi non più in guerra).

Mi viene subito da dire: troppo romanticismo!
Sono forse più un illuminista che un romantico e quindi la soluzione proposta non mi piace molto.
Da buon illuminista poi, sono devoto alla logica e quindi analizzando il concept sotto quest'aspetto si ravvisano diversi problemi/incoerenze.
La prima è la guerra: nell'universo "ormesco", Felona è immersa da sempre nella gioia. Gli abitanti vivono in bolle e la sera si riuniscono per far festa. Una società del genere non ha la possibilità e la necessità di evolversi. La scienza come la tecnologia non è utile. Anzi proprio per la loro grande disattenzione rispetto a tutto, tranne che la loro letizia, Dio li “punisce”. Ormai non pensano che a se stessi e non pregano più “Colui che è fonte del loro benessere”.
Dall'altra parte, Sorona, non vive: gli abitanti si trascinano senza meta, senza riuscire a coltivare una terra inospitale. Sono avviliti e hanno solo il desiderio che tutto finisca, che arrivi un “messia” che li salvi. Anche qui, di “attrezzarsi” per una guerra ci sono pochi mezzi e possibilità.
Quindi una volta che Felona ha perso la luce, la vedo difficile che si metta lì a belligerare con chicchessia.
Certo qualcuno potrà dire che i tempi non sono dati, che la “distruzione” narrata nel concept originale, duri tantissimi anni e che quindi ci può essere l'evoluzione necessaria per addivenire ad una guerra.

Se, però, leggiamo attentamente gli avvenimenti originali, la distruzione dei due pianeti avviene quando su entrambi i pianeti c'è la luce, anzi è proprio questo istante che crea la distruzione in quanto “due rose gemelle non muoiono insieme” cioè è necessario che alla gioia di uno corrisponda il dolore dell'altro: questa è la dura legge messa dalle Orme nell'universo di Felona e Sorona.
Il capovolgimento dei destini crea quell' "onda gravitazionale" o "diapason dell'attrito" che distrugge i due pianeti: gli abitanti, ma anche lo stesso Dio, non possono intervenire nella natura delle cose.

Quindi anche se l'istante durasse millenni, entrambi i mondi, indipendentemente dalle guerre verrebbero  distrutti.
 
Il secondo punto critico è nelle decisioni del Dio.
Egli qui, si rende conto della necessità dell'esistenza dei due opposti, ma come soluzione offre la realizzazione di un nuovo (unico) essere e che entrambi i pianeti vengano innaffiati del suo amore.

Per quanto detto anche prima ciò non può avvenire nell'universo ormesco: gli opposti devono esistere affinché la natura faccia il suo corso.

In un tentativo di giustificazione di quanto scritto, avevo pensato qualcosa di più complesso ma che nei testi non è scritto: questo non vuol dire che non possiamo immaginarcelo!
Dio forse si rende conto che l'unione degli opposti possa generare un essere che possa decidere (libero arbitrio?) quale natura possedere. Da qui la creazione di un unico pianeta in cui ci sia sia Felona che Sorona, l'equilibrio assicurato come per le calamite: anche se sezioni un magnete, c'è sempre un positivo e negativo.

Forse, sebbene anche questa proposta è criticabile (ma non sto qui a dilungarmi) potrebbe essere una soluzione all'azione del Dio della MDC.

Pubblicizzato come la “continuazione” di Felona e Sorona, sarebbe, quindi, più onesto dire che è una “rilettura” del concept originario. Un peccato perché sarebbe potuto essere veramente una continuazione, accettando la distruzione dei pianeti e la necessaria creazione di altri due (Dio ha bisogno dei suoi sudditi) dove le cose potevano andare diversamente in “memoria” di Felona e Sorona.
Ma se si accettano le incongruenze descritte (che almeno per me sono incongruenze, ovviamente) il concept non è così male, anzi percorre il classico dei classici: l'amore che vince sul destino nefasto. Ne è pieno la letteratura!

Montag

maggio 2013

Maschera di Cera, La - Le porte del domani (2)




 
Brani:

a) Ritorno dal nulla; b) La guerra dei mille anni; c) Ritratto di lui; d) L'enorme abisso; e)Ritratto di lei; f) Viaggio metafisico; g) Alba nel tempo; h) Luce sui due mondi; i) Alle porte del domani.

Formazione:
Alessandro Corvaglia: voce solista, chitarre acustiche, 12 corde ed elettriche; Maurizio Di Tollo: batteria, spring drums, chimes, chiavi, ovetti, shaker, timpani, zen bells, tamburelli, congas, marching snare drum, mellotron addizionali in a), cori; Agostino Macor: pianoforte, Fender Rhodes, organo Hammond e Crumar, mellotron, birotron, chamberlin, minimoog, sintetizzatori, corvaglizer, mandolino, campane; Andrea Monetti: flauto; Fabio Zuffanti: basso, campane.
Ospiti:
Martin Grice: flauto in a), b), h), sax in d); Laura Marsano: chitarra elettrica solista in d), f), g).
2013, AMS - durata totale: 45:17

Premettiamo che l’ultimo lavoro della Maschera di Cera è stato gestito alla perfezione.
S’é creata la giusta attesa, tra chi sapeva dell’imminente uscita, facendo scendere un velo di mistero sull’operazione dichiarata coraggiosa e rischiosa.

Tangerine Dream - Zeit

 

alt  Brani:

1-Birth of liquid Plejades; 2-Nebulous dawn; 3-Origin of supernatural probabilities; 4-Zeit.

Formazione:
Tangerine Dream
Chris Francke: VCS3 synthesizer, cymbals, keyboards; Edgar Froese: glissando guitar, generator; Peter Baumann: VCS3 synthesizer, organ, generator.
Guest musicians:
Steve Shroyder: organ; Florian Fricke (Popol Vuh): moog synthesizer on 1; Christian Vallbracht: cello; Hans Joachim Brune: cello; Johannes Lucke: cello.
 Produced by Tangerine Dream

1972, Ohr

Con Zeit i Tangerine Dream concepirono una mitica epopea spaziale stile 2001: Odissea nello Spazio, dedicata al concetto filosofico di tempo, Zeit appunto.

Maschera di Cera, La - Le porte del domani (3)

 


 
Brani:

a) Ritorno dal nulla; b) La guerra dei mille anni; c) Ritratto di lui; d) L'enorme abisso; e)Ritratto di lei; f) Viaggio metafisico; g) Alba nel tempo; h) Luce sui due mondi; i) Alle porte del domani.

Formazione:
Alessandro Corvaglia: voce solista, chitarre acustiche, 12 corde ed elettriche; Maurizio Di Tollo: batteria, spring drums, chimes, chiavi, ovetti, shaker, timpani, zen bells, tamburelli, congas, marching snare drum, mellotron addizionali in a), cori; Agostino Macor: pianoforte, Fender Rhodes, organo Hammond e Crumar, mellotron, birotron, chamberlin, minimoog, sintetizzatori, corvaglizer, mandolino, campane; Andrea Monetti: flauto; Fabio Zuffanti: basso, campane.
Ospiti:
Martin Grice: flauto in a), b), h), sax in d); Laura Marsano: chitarra elettrica solista in d), f), g).
2013, AMS - durata totale: 45:17

Il quinto album della Maschera di Cera si presenta ambizioso già a partire dal concept:  Le porte del Domani, nelle intenzioni di Fabio Zuffanti, è il sequel del celebre Felona e Sorona delle Orme, di cui propone un finale alternativo.