alt Brani:
1-Stop Litte Lady; 2-Just Before the Sun will Rise; 3-The Work is Done; 4-Flesh and Blood; 5-Pandemonium; 6-Let Us do it Now. Bonus tracks: 7-Hope; 8-Rollin; 9-The Work is Done; 10-Wath’s your Name; 11-Believe in the pill.
Formazione:
Bruno Frenzel : guitar, vocals; Bernd Koschmidder: bass; Bernd Noske : drums, vocals; Reinjhold Sobotta: organ.

1972, Philips - ristampa Repertoire (1997)

Seconda pubblicazione per la band tedesca originaria di Colonia; se il nome Birth Control è una chiara opposizione all’enciclica di Paolo VI, nell’ambito dell’illeceità di alcuni metodi per il controllo delle nascite, la copertina dell’album lascia poco spazio all’immaginazione.

A fronte è raffigurato un orrendo mostro nell’atto di divorare dei neonati, mentre sul retro troviamo raffigurato il Papa a redarguirlo (inutilmente) con fare severo e mano alzata, su un terreno disseminato di scheletri. La copertina sarà inevitabilmente oggetto di censura. Passando al disco troviamo sei composizioni. L’apertura è affidata a Stop Little Lady, dettata da una sezione ritmica furiosa su cui si staglia un organo dal sapore psichedelico, squarciato da una chitarra acida che riesce a ritagliarsi i suoi spazzi. Il tutto viene condotto in maniera ciclica. Just the Sun Will Rise è una cavalcata rock con forti richiami ai primi dischi dei Deep Purple, dove chitarra e tastiere dialogano, si rincorrono e si alternano. The Work is Done, invece, è una ballata hard, il cui testo è una feroce critica verso la guerra del Vietnam, pesante nel suo intercedere, che non sfigurerebbe in un disco degli Atomic Rooster. Flesh and Blood è il pezzo maggiormente legato a quelli che sono i canoni hard rock, dove questa volta è la chitarra a dominare le scene. Brano discreto, ma forse il punto più basso del disco. Pandemonium segue sulla falsa riga della traccia precedente, in questo caso però le tastiere sono maggiormente presenti in sottofondo. Termina il disco Let Us Do It Now, il pezzo più lungo del lavoro. Le sonorità sono maggiormente orientate verso un sound anni ‘60,  l’intro di pianoforte ci porta nel cuore del brano in cui troviamo un bell’accompagnamento orchestrale (archi e fiati). L’articolazione è differente, il pezzo è più dolce e malinconico (c’è spazio e riferimento anche a stacchi classici), rispetto alle debordanti soluzioni in precedenza proposte, mostrando un gruppo capace di giostrarsi con elementi differenti rispetto a quelli tipici del rock. Operation è un disco convincente di una band in crescita, che è riuscita a far sua la lezione del progressive di stampo britannico e a riproporla con classe. La ristampa Repertoire presenta, in aggiunta alle tracce standard, anche cinque bonus tracks (una è la versione singola di The Work is Done), che pur dimostrandosi interessanti non aggiungono nulla al valore già alto del disco. Un album che ogni amante dei Birth Control dovrebbe avere e caldamente consigliato a quanti vogliano conoscere la band tedesca.

Roberto Cembali
ottobre 2012